Patrimonio al futuro. Un manifesto

CULTURA

GIULIANO VOLPE. PATRIMONIO AL FUTURO. Un manifesto per i beni culturali e il paesaggio. Il libro sarà presentato il giorno 16 marzo alle ore 18 presso l’Auditorium “Cristanziano Serricchio”.

Il concetto di patrimonio culturale ha conosciuto una profonda rivoluzione “con l’estensione della qualifica di bene culturale, materiale e immateriale, alla complessa e onnicomprensiva categoria dei prodotti del lavoro umano, ben oltre cioè le singole manifestazioni artistiche e monumentali, e soprattutto con l’ampliamento degli orizzonti all’ambiente e ai paesaggi”

Un patrimonio che deve essere tutelato, conosciuto, valorizzato. Un sorta di “rivoluzione copernicana: ”guardare, cioè, al patrimonio culturale con gli occhi dei cittadini, dei visitatori, degli utenti e non solo con quelli dei funzionari, dei soprintendenti, dei professori”.

Per questo è fondamentale la comunicazione. I visitatori oggi sono spaesati. Le informazioni sono o generiche o specialistiche e i Musei sono poco amichevoli. La sfida attuale dei poli museali è quella della crescita culturale e dell’allargamento dei visitatori. Il passato è di tutti e tutti devono possederlo.

Si tratta di far sentire questo patrimonio ai cittadini come qualcosa di importante. Non cose lontane per intellettuali e per amanti delle rarità. Oggi poi le nuove tecnologie permettono ricostruzioni grafiche, elaborazioni virtuali, e quindi possono attirare l’attenzione dei bambini, degli anziani, delle persone normali.

Sarebbe bello sentire anche il racconto della scoperta, del metodo usato per conservare alcuni oggetti. Il museo, il parco archeologico, il parco letterario devono suscitare domande, riflessioni, stimolare curiosità, meraviglia.

Giuliano Volpe riporta 4 categorie di visitatori: 1. I curiosi e gli interessati. 2. I bambini (e sono un pubblico particolare e da curare); se essi non si annoiano le famiglie tornano. 3. Le persone che amano camminare ed esplorare. 4. Coloro che amano la natura e non solo la cultura.

Il valore della partecipazione attiva e la consapevolezza che i beni culturali sono patrimonio di tutti è fondamentale per la crescita della democrazia.

La visita di un museo, di un parco archeologico produce coscienza del luogo, identità, dialogo delle culture, e quindi tolleranza e laicità, e soddisfazione e piacere quando le cose si comprendono. Passare poi una giornata in un museo all’aperto è per una famiglia occasione di allegria, divertimento, scambio culturale. L’opera d’arte non è una cosa, un oggetto immobile, statico, ma è un rivolo di vita che mai si esaurisce; frutto di un atto creativo che può manifestare ancora la sua energia, e per quanto distante nel tempo continua a traboccare di colori, di pensieri ed emozioni. L’opera d’arte è viva, e per vivere ha bisogno di condizioni particolari, al di fuori di esse muore, si spegne, smette di essere recepita quale opera d’arte.

La luce, la natura, l’ambiente, il paesaggio sono elementi essenziali per la visione di un’opera. E’ quello che dà un’anima ai luoghi. In questo territorio si possono verificare le tracce del rapporto millenario uomo natura, insediamenti rurali, rupestri, urbani, la capacità di adattarsi e di sfruttare ciò che l’ambiente offriva, si possono immaginare le fatiche quotidiane, esaminare la produzione artistica, gli interventi prepotenti dell’uomo, le manifestazioni del sacro. Il paesaggio riunisce tutti questi fili, così come sono stati raccontati dai tanti viaggiatori e residenti e lo sono ancora.

Oggi Manfredonia vive una situazione molto favorevole di recupero e restauro di un patrimonio significativo: S. Leonardo, Parco archeologico di Siponto, Ipogei Capparelli, nuovi musei, il castello. Il Polo museale deve assicurare una nuova forma di gestione, e mettere insieme comunicazione, innovazione didattica e tecnologica, partecipazione attiva dei cittadini. Un cambiamento radicale e una capacità di cooperazione a più livelli. Cooperazione anche con le associazioni, cooperative culturali, fondazioni, scuole. Si apre una nuova fase, che passa attraverso la valorizzazione. Un patrimonio amato dai cittadini, protetto e salvaguardato da tutti, e che può divenire ancor più fonte di identità e risorsa economica.

 

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