le basiliche. il nartece che cos’è?

CULTURA

Ci sono stati disservizi segnalati da numerosi cittadini attraverso mail, commenti, articoli. Grave quello relativo all’assenza di attenzione ai disabili. I quali devono avere non solo le pari opportunità di tutti, ma anche la priorità di godere, come in questo caso, di uno spettacolo di armonia e di bellezza. Alcuni disservizi possono essere giustificabili, altri  meno. Un afflusso così notevole per la Pasqua e per i prossimi fine settimana era ed è prevedibile, e  ci sono le soluzioni per dare risposte decorose. Il percorso pedonale archeologico da Siponto potrebbe essere indicato e consigliato a coloro che giungono per fare una passeggiata. Vi sono due passaggi sotto la ferrovia in buone condizioni, che possono interessare molto i bambini e possono essere riattivati.

Passare una giornata in un museo all’aperto è per una famiglia occasione di allegria, divertimento, scambio culturale.

In Italia – scrive Luciano De Crescenzo – siamo i maestri della noia applicata alla cultura; per capirla basta visitare uno dei nostri musei: sculture e quadri privi di qualsiasi nota esplicativa… Quale differenza con quelli americani! Prendiamo ad esempio il Museo di Storia naturale di New York: ci si divertono tutti, i grandi e i piccini, gli studiosi e gli analfabeti…. il visitatore ci passa la giornata e quando alla fine esce fuori ha pure imparato qualcosa.”

Le schede disposte lungo il percorso della installazione sipontina per spiegare quanto è stato realizzato sono difficili. Il testo in inglese è molto più breve (occupa uno spazio che è la metà di quello in italiano), e forse sarebbe interessante riportare la traduzione dall’inglese! La comunicazione è fondamentale. Si tratta di far sentire che questo patrimonio è di tutti e non è qualcosa per intellettuali. Oggi  le nuove tecnologie mettono a disposizione ricostruzioni grafiche, elaborazioni virtuali, e quindi possono  fornire conoscenze e attirare maggiormente l’attenzione. Nella cripta  o nelle vicinanze sarà montato un sistema di informazione multimediale,  uno strumento efficace per aggiungere conoscenze e interesse.

Le opere possono parlare. Nel 2011 a New york è stata allestita una mostra chiamata “Talk to me”, parlami. Grazie alla tecnologia l’ambiente in cui viviamo è in grado di parlarci. Il sogno di Michelangelo, quando scagliò il martello contro il suo Mosè, “perché non parli?” Oggi si avvera.  I quadri di van Gogh si animano e ci parlano. Le opere di Caravaggio con le essenze e i profumi delle nature morte dipinte permettono di fare esperienze multisensoriali. A Barletta accanto al busto di Federico II vi è la ricostruzione dell’ambiente federiciano con le immagini del libro “De arte venandi cum avibus”  (sull’arte di cacciare con gli uccelli), che si muovono sulle pareti della stanza, con  i suoni di cavalieri, cavalli, delle acque e i canti delle damigelle e la musica dell’epoca. E attirano i visitatori colti e “incolti”, ma soprattutto coinvolgono i bambini.

Ci vuole immaginazione nello studioso che voglia raccontare, deve sapere collegare i fatti, rendere completo ciò che non lo è, e soprattutto rendere semplice ciò che è complesso. Il museo è il luogo dove spiegare la storia e non una raccolta di oggetti. Il museo, il parco archeologico, il parco letterario devono suscitare domande, riflessioni, stimolare  meraviglia,               curiosità.

La prima volta che ho sentito parlare delle Stele Daunie fu in un incontro organizzato dal preside  Serricchio presso l’Istituto Roncalli. Le Stele furono presentate come una sorta di Anti Iliade. Questo confronto, unito alle immagini di alcune stele tra cui, straordinariamente suggestiva, quella di un vecchio che chiede il riscatto di un guerriero ucciso (Priamo che chiede ad Achille il corpo di Ettore?) ha aperto in me adolescente un mondo intero. La guerra di Troia raccontata dalla parte dei vinti!

 

 

 

 

 

 

 

 

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