Cosa sono le periferie (cos’è la città) se non la gente?

CULTURA

Le periferie sono al centro del dibattito pubblico: ne parlano politici, architetti, operatori sociali. Sono balzati in primo piano negli attentati in Francia e Belgio. Intorno ad esse si gioca la partita politica nel ballottaggio delle grandi città. Come fare a riumanizzare aree estese, agglomerati con una scarsa identità? Nei grossi centri esistono le municipalità, circoscrizioni con deleghe ben definite. E dove non esistono le circoscrizioni?

Che cos’è la città, se non la gente”, dice Shakespeare nel Coriolano. E’ una verità semplice e dalla gente bisogna partire.

I Consigli di circoscrizione furono istituiti a Manfredonia alla fine degli anni settanta. Ebbero all’inizio una funzione positiva, notevole la curiosità e la partecipazione; soprattutto importanti furono il coinvolgimento delle donne e le proposte di nuovi servizi collegati alle mutate esigenze della famiglia.

Erano cinque: 2 extraurbane (Borgo Mezzanone e Montagna) e tre urbane (Centro storico Scaloria, Monticchio, Croce). All’inizio del 2000 le circoscrizioni erano in crisi: l’informatizzazione dei servizi da un lato e il sistema degli appalti dall’altro non permettevano più ad esse di svolgere il ruolo di appendice burocratica dell’Amministrazione (in particolare dell’Ufficio anagrafe del Comune).

Le circoscrizioni erano facoltative per i comuni tra i 30 e i 100.000 abitanti, e proprio in quegli anni c’erano proposte di legge per profonde revisioni e anche di abolizione. A Manfredonia iniziò una discussione per forme nuove di partecipazione, previste anche nello statuto del Consiglio comunale.

All’inizio del 2004 si elaborò una proposta, che portava alla fine di questa esperienza e a nuovi organismi di rappresentanza sociale: coordinamenti di quartieri, consulta delle donne, forum dei giovani… Si sviluppò un dibattito vivace e interessante. Per i partiti le liste dei candidati ai consigli circoscrizionali erano un modo per accontentare molti iscritti e per raccogliere voti. Una discussione difficile. Non se ne fece nulla. Si votò nel 2005 anche per le circoscrizioni, si spesero circa 100.000 euro in più e dopo un paio di anni dalle elezioni, il 24.12.2007, le circoscrizioni furono abolite per i comuni al di sotto dei 100.000 abitanti. Si riprese allora il discorso interrotto e si pensò a nuovi organismi, che in modo originale e innovativo potessero contribuire a favorire la partecipazione dei cittadini alla vita politica.

Il 30.07.2009 furono istituiti i coordinamenti di quartiere, finalizzati a migliorare la partecipazione dei cittadini alla cura e alla gestione della cosa pubblica, con una attenzione particolare alle periferie urbane e alle fasce sociali deboli. Un organismo formato da persone impegnate nelle parrocchie, nelle scuole, nelle associazioni, purché avessero sede nel quartiere. Non elezioni ma nomine di persone che, conoscendo e abitando il quartiere, avrebbero potuto contribuire ad animare, sensibilizzare, prestare attenzione alle forme di marginalità sociale.

I nuovi Coordinamenti di quartiere non entrarono mai in funzione. Furono sperimentati solo nelle frazioni. Una idea ancora positiva, quella di mettere insieme persone che vivono e lavorano nelle aree periferiche e che potrebbero essere il collegamento tra il quartiere e la città, il quartiere e la pubblica amministrazione.

Credo che i Coordinamenti possano essere uno strumento interessante, anche se debbano essere rivisti e prevedere forme di rappresentanza diversificate per ogni area periferica (Lungomare Sud, Secondo Piano di zona, Siponto, I Comparti…). Devono comunque nascere dal basso, se si ritengono utili e necessari. Una risposta e una sfida alla crisi della politica. Organismi che potrebbero trovare, nelle nuove tecnologie, forme creative di azione e intervento politico per dare voce alle tante esigenze e alle diverse soggettività che abitano le periferie.

 

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