“Dovremo rimetterci le nostre maschere”. Otto racconti sui destini.

CULTURA

Lo cuntu è nente, tutto sta come lo cuntu se porta (Il racconto è niente, tutto sta come il racconto si svolge). Questo dice una narratrice popolare siciliana a Leonardo Sciascia, e dimostra di avere compreso bene le modalità di costruzione di una narrazione.

Il racconto è un genere che piace ad adulti e bambini, dotti e analfabeti. Forse perché ricorda la forma dell’affabulazione orale. Appartiene a tutti i tempi, luoghi, società. Inizia con la storia dell’umanità. Non esiste, non è mai esistito in alcun luogo un popolo senza racconti.

“Via Tribunali è un via vai” è un libro di Pasquale Guerra: otto racconti ambientati in varie città. Un dato li contraddistingue: un andamento lento, un ricamo, sottili arabeschi e poi il rapido finale. Microstorie, nel fluire del tempo e spesso sullo sfondo di una storia più vasta. Due di questi racconti sono ambientati a Manfredonia, altri due a Napoli e poi a Piacenza- Torino-Pinerolo, Modena, Roma…

Assunta Di Pinto si trova in convento e scrive alla madre e alla sorella che vuole tornare a casa. Nulla di particolare: semplicemente uscire dal convento. Una decisione che spinge alla disperazione la madre e la sorella e turba il loro equilibrio e le loro piccole esistenze. Soprattutto: che dirà la gente? Per loro è un vanto una suora in famiglia. Intervento del Sindaco, la ricerca di parenti in Australia… La figlia arriva, viene portata di nascosto a casa e il giorno dopo un’auto la porta a Roma e poi in aereo in Australia. Un matrimonio combinato velocemente. Un figlio, un secondo e nel corso degli anni la morte del marito. Assunta torna in Italia solo quando deve decidere il destino della casa, dove sono vissute e morte la madre e la sorella. E’ una storia vera. La via dove abitavano è via Rivera.

Filuccio e Maria vivono tra piazza Diomede, il corso e piazza Marconi, tra l’officina, i piccoli riti quotidiani e domenicali (passeggiata, cinema Piscinone, campo sportivo…), poi un figlio che parte e per Filuccio c’è una tosse persistente e la morte quasi improvvisa.  La morte conclude quasi tutti i racconti, descritta con poche e discrete parole. A volte è annunciata, a volte inaspettata, talvolta accompagna anche giovani vite che si lanciano nel vuoto. Senza motivo?  Fuori registro è un racconto che mescola le forme del diario e della lettera. La storia di una alunna, le ansie di adattamento ai vari docenti che “fanno i professori” e non “sono professori” e Aly confessa che deve tirare fuori “la sua maschera”. “Non è una cosa che mi piace, né la ritengo giusta…”. Non ci sta e scompare.

Pasquale Guerra ci guida con mano premurosa e ci scopre aspetti minuti, personaggi e angoli dimenticati. E’ il  destino che sembra tirare i fili, senza darlo a vedere. O meglio un destino che è fatto di molti fili. Come racconta Macrobio nei suoi Saturnali: Daimon (Il demone interiore individuale), Tiché (la sorte), l’Eros (la spinta verso la procreazione, la creatività), Ananche (la necessità).

Prima queste forze erano riconosciute. Oggi abbiamo creato una rete di protezione, ma le maglie non sono mai tanto strette da non fare passare il caso, il sorprendente, le forze irresistibili. “Destino” si diceva un tempo. Innumerevoli sono libri e film che portano nel titolo questa parola. E’ il “destino infame” il protagonista dell’ultimo racconto (Lo chiameremo Andrea), quello che fa arrivare Adriana sempre in ritardo agli appuntamenti importanti e contro cui questa donna e altri protagonisti dei racconti (donne soprattutto) lottano con energia.

Il libro sarà presentato sabato 25 febbraio ore 18,30 a Siponto (Museo etnografico Michele Melillo). Pasquale Guerra, originario di Manfredonia, insegna latino e greco al Liceo classico di Perugia, è impegnato in percorsi di promozione della lettura e collaborazione a varie iniziative culturali, tra cui “Umbria libri”.

L’incontro, promosso dal “Centro studi Serricchio”, vedrà la presenza dell’autore, di Paolo Cascavilla e Pasquale Caratù (professore emerito di linguistica italiana – Facoltà di lettere e filosofia – Università di Bari).

 

 

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