Chiediamo aiuto al gufo “filosofo” e a Voltaire. E per fortuna arriva il Whistleblower

CULTURA

Massone, interessi personali, gufo, sapientone… note riferite (senza nominarlo) al “noto giornalista locale”, che scrive sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Scrive anche sul suo profilo FB, dove i toni salgono. Un articolo sul “camper della solidarietà” registra una grandinata, un nubifragio (denigratore, vecchio, bugiardo… ) e spunta pure un informatore (vile e ciarlatano), con descrizione del luogo dove avviene il passaggio delle carte. E’ arrivato pure un commento di G. C. Lichtenberg:Piovve tanto forte che tutti i porci erano puliti e tutti gli uomini sporchi”.

Apollonio, questo è il nome, scrive molto. Alla Gazzetta hanno da parte decine di articoli pronti. Ogni giorno ne sforna quattro – cinque. Mai tanta prolificità. L’ha notato anche G.G. Belli: “Campa?!… Scrive ancora?! Oh, gguardate che vecchio tosto”.

Da cosa dipende? “Da quello” risponde, e indica un quadro di Giovanni Mancini (1902 -1984), al quale il Comune di Manfredonia ha dedicato un bel catalogo – calendario nel 2009. “Lui mi ha insegnato che devi procedere con rapide pennellate e poi l’affondo finale”. Gli “attacchi” gli fanno bene. E’ una superstar, è l’uomo più (ri)cercato. E qualcuno si diverte: “Se si mettesse candidato…

Nella risposta al “geometra Riccardi” tira un colpo di fioretto, inaspettato. “Io gufo? Forse non conosci Baudelaire?”. Oltre che a Riccardi bisognerebbe dirlo anche a Matteo Renzi, grande consumatore della parola gufo. La civetta era sacra a Minerva, dea della sapienza. Gufo, civetta… stessa famiglia. Vivono nascosti, pensosi, meditabondi. Baudelaire progettò con due amici una rivista dal titolo “Le hibou fhilosophe” (il gufo filosofo). Contrariamente agli uomini che inseguono ogni ombra o fantasma, il gufo invita a riflettere, a pensare, e direbbe: “Non agitatevi. Calma. Niente è compromesso. A una notizia si risponde con un’altra notizia”.

Il problema dell’informazione è fondamentale. C’è bisogno di esperti di comunicazione: non solo il Comune e l’Ase, la Provincia e Confindustria, ma dovrebbero utilizzarli, anche in forma associata, gli ordini professionali, sindacati, associazioni di categoria, Asl, terzo settore… E’ dovere di tutti riempire il territorio di notizie. C’è bisogno di “qualità nell’informazione”, di giornalisti in grado di scavare dentro i comunicati ufficiali di partiti e altro, di giovani che raccontino il mondo visto dai giovani. Nei giorni scorsi (12 luglio 2017) è stato firmato il protocollo di intesa tra Anci e Federazione della Stampa per la costituzione degli Uffici stampa dei comuni (e ci sono cose interessanti). Dei giorni scorsi è la petizione per l’accelerazione dell’iter legislativo sul Whistlebowing: un dipendente “che ha coraggio” e segnala frodi, omissioni, furberie varie… ” del proprio Ente. “Non sono delatori!“, ha detto Raffaele Cantone.

Torniamo al punto di partenza. Perché da parte di un sindaco e un’assessora si interviene con la clava, mentre si potrebbe rispondere in forme semplici, vere, comprensibili? Emerge una idea dei cittadini, come persone che non vedono, non sentono, non sanno (e non devono sapere)…  e si crede che la notizia ci sia solo quando qualcuno la scrive. Per cui, ai servizi sociali c’è la cancellata (“Chi l’ha detto?”). Le biciclette sono state distrutte o rubate (“Solo qualcuna, io non mollo”). I contributi non si pagano (“Sei andato in parrocchia?”). A quando Piedibus? (“Ti dà fastidio che non l’hai pensato tu!”). Casa dei Diritti è chiusa (“Bugia. E’ stata affidata a una cooperativa fino al 2020, aspettando la presentazione del progetto alla Regione e la sua certa approvazione!”)

In attesa che Apollonio smetta di scrivere, ripensiamo a quell’aforisma attribuito (falsamente) a Voltaire: disapprovo la tua idea, ma combatterò perché tu possa esprimerla liberamente.

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