PD: non è successo niente, è solo colpa di Cantone

CULTURA

Un voto – terremoto, una lunga crisi politica, ma ora c’è un governo. Si aprono nuovi scenari politici e culturali. Inquietanti? Pericolosi? Certamente non bisogna far finta che nulla sia successo. Tutto il voto clientelare nel Sud è saltato, un risultato catastrofico per le classi dirigenti locali. Lo tsunami viene certamente da lontano, e nel meridione è stato aiutato e favorito. A Manfredonia nel PD in questi ultimi anni non è mancato nulla: padroni di tessere, controllo del voto, clientele, maggioranze mobili e destini personali… Conti pubblici in dissesto.

Ci si si aspettava un’analisi del voto. Dopo oltre due mesi esce un primo documento. Si parla di tutto. “Tributi: Gestione vecchia e nuova. Diktat di alcuni consiglieri. Il Pd in campo alle elezioni comunali (fra due anni!) per un nuovo Centro sinistra. Bando ai pettegolezzi e alle autocandidature. Nuovo patto per sfide future, coesione e confronto. Salvaguardia dei conti. Un servizio migliore per i rifiuti. Autorità portuale e Mercato ittico. PUG e infrastrutture. Rigenerazione urbana. Treno tram. Fronte mare. ZES. Manfredonia vetro. Piattaforma logistica”. Il canto Rap termina con “azione risarcitoria contro Eni”. Un documento vale se chiarisce e spiega quanto avviene intorno a noi, invece è offerto un elenco freddo e“incomprensibile”. Se altrove (Foggia) qualcosa si è detto, qui “niente di nuovo sotto il sole”. E sotto sotto c’è una speranza: il voto clientelare alle prossime amministrative tornerà! Forse potrà essere vero, ma qualcosa si è rotto. E’ sufficiente leggere i social (sulla crisi e su Mattarella), sentire i commenti per strada…  Per recuperare ci vuole un lungo lavoro e soprattutto un profondo cambiamento.

Vi è poi un secondo documento. Riccardi risponde a Cantone, che ha espresso parere negativo (su ricorso 5 stelle) alla sua nomina in qualità di Sindaco alla guida dell’ASI (Area di sviluppo industriale). “Atteggiamento miope e superficiale dell’Anac. Atto viziato da eccessi di delega e potere, oltre che di competenza. Provvedimento abnorme, inaspettato, sproporzionato, che, come di consueto, penalizza le nostre realtà e mira a vanificare gli sforzi e gli impegni profusi sino ad oggi dei consigli di amministrazione, che si sono avvicendati al Consorzio e che sono stati rappresentati da sindaci e presidenti di provincia”.  C’è stato un complotto, quindi. Che strano! Quando si richiama al rispetto delle regole c’è sempre qualcuno (Mattarella o Cantone) che agisce per penalizzare gli sforzi e gli impegni! L’Anac ha detto semplicemente che un sindaco non può essere presidente del Consorzio Asi. E, almeno negli ultimi 20 anni, nessun sindaco ha ricevuto tale incarico. Ci voleva Cantone? Forse sarebbe necessario solo buon senso per capire che quella nomina era inopportuna e incomprensibile. Come inopportuna e incomprensibile quella di Rotice, presidente di Confindustria, nella gestione portuale (come scritto su questo blog varie volte). Possibile che non si possano individuare altre figure, giovani che lavorano fuori e che possano portare nuove energie, competenze, idee?

Ci si chiede da dove ricominciare. 1. Reimparare e dire ciò che è giusto e ciò che non lo è. 2. Studiare, camminare per la città, ascoltare: le persone sono sole e hanno perso l’abitudine a mettere insieme i bisogni. 3. Ricostruire la comunità a partire dai numerosi centri sociali e culturali, ora svuotati di senso e di persone. 4. Il turismo non basta. La popolazione in Capitanata è nettamente in calo, a Manfredonia quella “reale” scivola verso i 50.000 abitanti. Se tornassero quelli che stanno fuori, ufficialmente ancora residenti, riempirebbero per intero piazza del Popolo e piazza Duomo.

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