Una città del Sud dove le biciclette sono portate a spasso. E non è la sola.

CULTURA

Sono entrato anch’io nel novero di quelli che rinunciano o, arrivati nei pressi del Centro, scendono e portano a spasso la bicicletta. E’ stato dopo il terzo incidente in pochi mesi. Un incidente “normale”: la portiera di un’auto si apre, la evito appena e scivolo a terra. Per fortuna non venivano autovetture dietro. In altri paesi ci sono norme che impongono come aprire la portiera e con quale mano. Quando le auto sono parcheggiate a destra e sinistra e c’è appena lo spazio per il traffico nei due sensi, resta poco per la bicicletta. Ho già fatto la scelta di evitare giornate e orari con il traffico intenso! Capita solo a me? Nei pressi del Mercato Ittico, sul marciapiede, la bicicletta a mano, un giovane stralunato mi dice: “Devi sempre stare attento, guardare dietro, di lato. Devi prevedere le mosse degli automobilisti”.

E’ molto strano che la bicicletta venga usata là dove fa più freddo e il clima è inclemente e non nel Sud con un clima sicuramente più mite e meno piovoso. Potrebbe aiutare a far diminuire il traffico. “Ma con la bicicletta si deve andare solo sulle piste ciclabili!”. Questo sentenziano i ben pensanti. E dove non ci sono? Esistono città con piste ciclabili, eppure, nei tratti in cui mancano, le biciclette scorrono lungo le strade ordinarie come gli altri veicoli, e gli automobilisti considerano chi va in bici come quelli che vanno in moto o in auto.

La cultura della mobilità urbana è diffusa in tutto il mondo. Ci sono ricercatori che nelle periferie e nelle città lavorano per recepire le attese della popolazione e proporre soluzioni sostenibili. Le auto sono viste come qualcosa di ingombrante. In una valle alpina (notizia del 24 giugno 2018) si può andare a piedi, in bicicletta, con le auto elettriche… altre auto solo in numero ristretto. Ci sono state proteste degli albergatori. In genere ogni richiesta di modifica dei comportamenti genera contestazioni e conflitti: c’è chi teme che la riduzione del traffico automobilistico possa frenare l’attività economica. Un problema che ritorna sempre in caso di isole pedonali o anche di chiusure temporanee, e non corrisponde al vero.

In una città sostenibile i ciclisti e i pedoni sono ormai in cima alla nuova gerarchia dei trasporti, le auto sono scese in fondo alla lista (sono considerate solo le ipotesi di car sharing o auto elettriche).

Ci vogliono incentivi e informazione, ma, in molte esperienze di pianificazione urbana, le politiche di trasporto stanno cambiando con le buone pratiche. Nelle grandi città le visioni sono profondamente mutate per la pressione dei rischi dell’inquinamento (i dati di questi giorni di emissione di CO2 – maggiore responsabile del riscaldamento globale – sono in aumento). A Manfredonia il traffico è intenso ed è congestionato tutto l’anno e una diminuzione del 20% è un obiettivo possibile. La circolazione sulle strade che attraversano la città è in media di 400 auto ogni ora; la maggior parte di esse si muove per distanze inferiori al chilometro e nella quasi totalità con una sola persona a bordo!

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