Crisi politica e di governo. Tra forni e maniche larghe, gli Asperger di fronte alle mutazioni.

CULTURA

Gli Asperger sentono e capiscono le cose diversamente dagli altri. Si tratta di persone che possono avere abilità spiccate in alcuni ambiti, ma i cambiamenti, anche quelli del linguaggio (metafore, espressioni idiomatiche…) sono per loro difficili da affrontare ed esplorare.

Ho incontrato, in questi giorni, un amico che credo abbia questa sindrome. Non lo vedevo da molto tempo. Ricordo che aveva competenze particolari nella contabilità e una memoria straordinaria per determinate cose, come le targhe delle auto. Gli ho chiesto la targa di una mia auto di una trentina di anni fa… e lui senza pensarci su… In un angolo della sua mente teneva conservato migliaia di targhe! Non vive a Manfredonia e la mia auto l’avrà vista si e no un paio di volte! Non gli ho chiesto se avesse la sindrome di Asperger. Ora il termine è famoso per via di Greta Thunberg, l’attivista svedese per la difesa dell’ambiente: “Per quelli che, come me, ricadono nello spettro autistico, le cose sono sempre o bianche o nere ”.

Il mio amico ha lavorato in un settore a lui confacente, si è sposato, è ripetitivo, ha bisogno di sistematicità e si perde di fronte alle novità. Di queste persone ne parla un libro, “Gatta ci cova” di Giorgio Gazzolo, che racconta in modo divertente le vicende (in particolare l’approccio sessuale e il matrimonio) di un “Asperger”, ma aiuta tutti a riflettere sui modi di dire e di comunicare. Ci capita quotidianamente di usare con i bambini, gli stranieri, quelli un po’ folli, gli anziani… espressioni per noi scontate. Ho fatto fatica a spiegare a mio nipote che vive a Londra il senso di “cavoli a merenda” (qualcosa che è fuori posto), perché lui i cavoli li mangia frequentemente alla mensa scolastica. O ad altri “anticamera del cervello”, “scheletri nell’armadio”.

Nei giorni scorsi in televisione fecero vedere in contemporanea due foto. Intorno a un tavolo, la prima (di un anno fa), 5 stelle e Lega; la seconda, 5 stelle e Pd oggi, con la domanda sopra scritta: “politica dei due forni?”. Il mio amico era disorientato, la sua immaginazione correva a due forni dove avessero ordinato la pizza o qualcos’altro. Così l’espressione “mercato di poltrone”, oppure la frase: “Le maniche sono così larghe, ognuno ci mette quello che vuole”. Ci si riferiva al fatto che i punti programmatici dei due partiti (Pd e 5 stelle) erano molto generici e potevano in via iniziale convivere. Ebbene il mio amico aveva in mente un vestito molto ampio, dove dentro ci andavano in due, come quando Totò indossò per sbaglio gli abiti di Aldo Fabrizi.

Ci sono espressioni semplici e comprensibili, ma per un Asperger richiedono uno sforzo incredibile e l’analisi delle singole parole non porta mai al senso vero. Come quelle usate in questa crisi: “strada in salita”, “muro contro muro”, “fare un passo indietro”, “Conte in una botte di ferro”; Salvini deve “abbassare la cresta”, è stato “piantato in asso”, ha fatto “un buco nell’acqua”. E per fortuna non c’è Bersani con la mucca nel corridoio o i tacchini sul tetto.

La nostra comunicazione sarebbe noiosa se non usassimo metafore, anche se molte sono divenute rituali e scontate. Il mio amico è riuscito in questa crisi politica, aiutato dalla moglie, a districarsi. Ma non riesce a capire i cambiamenti improvvisi, le mutazioni… quelle genetiche hanno bisogno di milioni di anni, quelle politiche sono molto molto più celeri. In pochi giorni, ore persino, Conte, Di Maio, Grillo… Renzi, Zingaretti, Franceschini… tutti in corsa per indossare un nuovo vestito. Il mio amico è turbato soprattutto da Conte, non ci crede e pensa che sia stato clonato o qualcosa del genere. Insomma si odiavano perdutamente e ora devono amarsi. Le mutazioni stanno avvenendo anche nei territori, intorno a noi, sotto i nostri occhi. Sono impressionanti. Ci sentiamo tutti un po’ Asperger, perduti, a disagio, rintronati. Ha ragione Greta Thunberg: “Penso che, da molti punti vista, noi autistici siamo quelli normali, e quelli strani siete voi”.

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