Altro che fake news. E’ un “nuovo qualcosa” che si muove, si impone, si sovrappone.

CULTURA

Ivan Cataldo è uno dei più grandi esperti di marketing elettorale. “Manovalanza pubblicitaria” a favore dei politici, dice del suo lavoro.

Un’attività che si svolge ormai in modo prevedibile e “svilente”, sottolinea provocatoriamente Giulio Lombardini, funzionario di una organizzazione misteriosa, che gli propone altri obiettivi finalizzati a un nuovo ordine mondiale. Una cospirazione per il controllo planetario? Un unico governo mondiale sotto l’egida permanente di una ristretta oligarchia? Chiede scettico Cataldo. Osserviamo i dati in Italia, gli dice Lombardini. Dopo la prima repubblica, c’è una estrema volatilità del voto, vaste aggregazioni di persone che si spostano. Dopo tangentopoli e la fine dei partiti si affacciano nuovi soggetti politici ad ogni tornata. E l’italia è sempre in stand by, in attesa di un Next Something, un nuovo qualcosa. Dopo l’attentato alle Torri gemelle, un gruppo di persone, con molti mezzi a disposizione, provano a immaginare il mondo, la funzione dell’Onu, l’Ocse, il Fondo monetario… individuano una quarantina di Stati con i presupposti per un nuovo disegno politico, un nuovo partito, la possibile elezione di un governo con una idea comune di cosa pubblica. Non è massoneria. Lombardini lo invita ad una Convention.

Cataldo è persona intelligente e curiosa e non sopporta di essere in ritardo. Ritiene che l’incapacità di cogliere i mutamenti, il disagio delle popolazioni ha sempre avuto conseguenze nefaste nella storia. Forse anche noi, in questo tempo, non riusciamo a cogliere aspettative, ansie e timori in un mondo che non controlliamo… Ne parla con Martina, la moglie, che aspetta un’altra figlia. Martina è diffidente. Lo mette in guardia da gruppi poco trasparenti e misteriosi. Non sopporta discorsi tristi e lontani, è appagata dalle piccole cose che ha deciso di mettersi accanto.  Anche lui, Ivan Cataldo, è contento della sua famiglia, del rapporto con la figlia adolescente, “una start-up di democrazia familiare, impostata sul concetto di fiducia reciproca, di persone che comunicano tra loro, stabiliscono accordi”.

Decide di andare agli altri appuntamenti. Si incontra con Giacomo Bellomo, il capo per l’Italia di The Next Something: gli elettori non si riconoscono più nell’alternanza destra e sinistra, oscillano alla ricerca compulsiva di qualcosa, di novità. Ogni partito presentatosi come antagonista ha avuto risultati eclatanti. La Lega Nord in Lombardia nel 1990 il 18,9%; Il Movimento 5 stelle nel 2013 il 25,5%. E poi le elezioni del 2018: nel Sud 5 stelle ha il 50%. In un eventuale parlamento meridionale avrebbe avuto una maggioranza schiacciante, avrebbe eletto tutti i governatori… Bellomo lo coinvolge e lo respinge. Ma le priorità, la piramide dei bisogni sono convincenti: 1 – fame e sete. 2 – sicurezza e protezione. 3 – appartenenza e identità. 4 – prestigio e successo. 5 – autorealizzazione.  Legge il manifesto elettorale: “Il prossimo qualcosa“, 448 pagine. Un nuovo credo capace di tirarlo fuori dal pantano delle disillusioni. Niente di eversivo o potentati esterni. Un documento nuovo, straordinario, epocale.

Poi accadono imprevisti, inciampi, qualcosa di grave da nascondere. Lui non ha responsabilità ma non deve parlare… e gli offrono per il silenzio 200.000 euro. Si tormenta, ma accetta… Decide di non collaborare più, ne parla con la moglie, che si preoccupa solo dei possibili tradimenti del marito.

Intanto in Germania il Traum VolksPartei, accreditato al 25%, prende il 54%. E’ la conferma di un disegno e di un progetto. Gli ultimi dubbi cadono. In molti Stati si stanno formando nuove realtà politiche con queste caratteristiche: assenza di presupposti ideologici, nessuna continuità con i partiti preesistenti, programma incentrato sulle esigenze delle persone. Tutto sembra procedere bene, anche Martina trova Bellomo convincente. Ma entra in scena una giornalista: Se non conoscessi i retroscena, li voterei immediatamente. E lei riesce a mostrarli.

Tutto questo in una società in cui non si conosce altro che il corpo. A tutte le età, il silicone, le diete, i cibi, i vini e distillati. Sei valutato da quello che scegli e ordini. Sono queste le nuove identità. Le saune, i massaggi, week end che costano 1800 euro. Si è disposti a sorvolare su tutto: disattenzioni, noia, indifferenza, omertà… ma non l’insignificante frequentazione una tantum di un altro corpo… E alla fine l’unico insegnamento viene da una figura infelice e misera, la madre alcolizzata che vuole rifarsi il viso e che fa desiderare a Ivan di essere orfano.

Ma si è tutti orfani, “tutti a livello emotivo siamo all’età della pietra” (Rita Levi Montalcini). Ho parlato di un libro necessario: La dottrina del male. Ne discuto domenica 6 ottobre alle 11,30 a Perugia con Filippo Maiolo e con l’autore Alessandro Berselli, nella rassegna Umbria libri.

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