Il Paradiso? Una biblioteca sconfinata e interminata. E Dio? L’onnisciente bibliotecario.

CULTURA

Chissà se i preti ci credono davvero quando dicono che Dio ricorda tutto e che la sofferenza e le ingiustizie di quaggiù trovano ascolto e giustizia lassù?

Sarebbe come pensare a un luogo con un immenso schedario, dove si indica una lettera, l’inizio di un nome e appaiono tutti coloro che sono vissuti, anche solo pochi giorni, dagli inizi dei tempi, e tutti con il libro della propria vita in mano. Il Paradiso come una infinita biblioteca. E Dio? Un simpatico bibliotecario che si diverte a confondere nomi e libri per far giocare le anime degli uomini di ogni tempo in una continua caccia al tesoro. Tutti cercano e trovano. E i bambini sono più bravi di mercanti e imprenditori, gli schiavi riescono meglio dei padroni, i garzoni di bottega più abili di pittori famosi, scienziati e letterati…

Da millenni le biblioteche ospitano libri e ogni sorta di testimonianza dell’attività culturale dell’uomo. Se in un vecchio monastero si trova un manoscritto medievale che descrive semplicemente le proprietà benefiche di una pianta o la ricetta di un liquore, è un evento. Giustamente se ne parla, il testo è ricomposto e restaurato. I registri parrocchiali dei villaggi pirenaici hanno permesso agli storici francesi di scrivere libri fondamentali sulla vita sociale delle comunità nel Medioevo e nell’Età Moderna. E noi invece dimentichiamo ciò che è vicino. Progetti elaborati dalle scuole, giornali scolastici e politici, documenti di analisi sociale, convegni culturali, esperienze di teatro… Tutto si perde. Per sempre.

Mario Valente di Manfredonia si è laureato a Foggia in Lettere, con una tesi di storia contemporanea sulla sinistra extraparlamentare in questo territorio. Baldanzoso va in cerca, ma non trova niente. Eppure a Monte S. Angelo c’è stata “Lotta Continua”, giornalini e bollettini, con interviste e dibattiti sulla scuola, c’era un “collettivo teatro popolare”, attività di cineforum… I sogni di una generazione che voleva cambiare il mondo. Nelle biblioteche niente. Poi a livello privato qualche piccola cosa a Manfredonia, bollettini ciclostilati, il progetto e la programmazione di una radio locale, esperienze di teatro politico… Poche cose e Valente ha costruito un piccolo tassello di un periodo storico importante.

Negli anni Settanta si sviluppò un interessante movimento nelle caserme e nelle forze armate. Una richiesta di sindacato, di diritti. Antonio Roberti di Monte S. Angelo, finanziere a Manfredonia per diversi anni, è stato un animatore di questo movimento, che produsse analisi e documenti. Per fortuna ora c’è un libro (“Democrazia indivisa” di Claudio Madricardo) che racconta “il ’68 del Movimento dei finanzieri democratici” e raccoglie testimonianze, notizie e fatti che sarebbero stati dimenticati. Come i matrimoni segreti. Nelle forze di polizia non ci si poteva sposare prima dei 28 anni. Quando arrivava un figlio prima, si conviveva, con la paura di essere scoperti, i bambini restare invisibili… oppure ci si sposava in chiesa di nascosto. Lui stesso, Antonio Roberti, si è sposato due volte con la stessa donna. La prima in chiesa e poi in Comune, quando compì 28 anni. Il movimento era costituito da persone consapevoli di operare in settori delicati, ma convinte che i diritti democratici all’interno significavano per la società intera maggiore sicurezza e una garanzia di vigilanza democratica.

“Il confino alle Tremiti nel periodo fascista” è stato l’argomento della tesi di laurea in Storia contemporanea a Foggia di Agnese Bentivogli, che ha poi approfondito l’argomento alla “Sapienza” di Roma con la tesi magistrale: “Ponza e Ventotene, la resistenza antifascista al confino“. Qui, nelle biblioteche di Foggia, Manfredonia… non ha trovato niente. La tesi riporta la testimonianza orale di un prete di Manfredonia che ricorda lapidi inneggianti all’anarchia di anarchici lì morti e sepolti, e le storie di singole persone confinate. Alle Tremiti ora nessuna traccia, al cimitero tutto ripulito, imbiancato. Anche nel registro parrocchiale manca un quinterno. E’ stato strappato. Lì c’era una biblioteca dei confinati, i banchi dove alcuni di essi imparavano a leggere e a scrivere, i quaderni… Fino a qualche anno fa c’era ancora qualche libro, fogli sparsi, un vecchio scaffale… Ma per fortuna c’è il Paradiso – biblioteca, dove tutto si conserva.

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