Vaccini, Covid e Xylella. Ma i no Vax non sono scomparsi. E a breve torneranno

CULTURA

Oggi tutti sperano nel vaccino. Ma fino a qualche mese fa vi era l’elogio dell’inesperienza e diffidenza nei percorsi di formazione culturale e scientifica.

Le competenze trattate con fastidio. Orgogliosi di non sapere. L’ignoranza dichiarata era quasi una virtù. Fino a un anno fa chiunque (con competenze dichiarate e riconosciute) esprimeva pareri e riserve su interventi economici, giuridici… era deriso e ripreso aspramente: “Ma tu sei stato eletto? Quanti voti hai preso? ” Ed a parlare erano esponenti del governo. Lo spazio pubblico, dominato da individui poco informati e sprezzanti dell’educazione formale, non è cambiato. Prima in modo evidente e chiassoso, ora sotto traccia, il risentimento contro le élite istruite resta. La sintesi è quel no vax che racchiude molte cose.

Michelangelo Manicone (1745 – 1810) scrive che, a Manfredonia, negli ultimi anni del Settecento, c’era stata “una epidemia vajuolosa”, una strage di bambini, e “nelle Chiese non potevasi entrare pel fetore dei cadaveri in gran parte sepoltivi”. Un secolo drammatico per le epidemie di vaiolo. A Napoli nel 1768 morirono 60.000 bambini. Nel 1793 un medico di campagna inglese Edward Jenner aveva osservato che le mungitrici delle vacche contraevano il vaiolo bovino o vaccino (benigno per l’uomo) e non si ammalavano di quello terribile che colpiva gli uomini. Prelevò materiale da una pustola di una di queste donne e lo inoculò in un bambino. Ebbe sintomi, febbre e guarì. Dopo 45 giorni inoculò materiale prelevato da una persona infetta nello stesso bambino che non contrasse il vaiolo. Era stato scoperto il primo vaccino della storia (contro una delle malattie più devastanti) senza conoscere il virus. Pochi anni dopo un medico italiano, Luigi Sacco (1759 – 1836), seguì l’esempio di Ienner, rilevò un ceppo indigeno di vaiolo bovino in alcune mandrie di vacche della pianura padana. Iniettò a sé e a un gruppo di bambini materiale infetto. Funzionò. Immediatamente partì un’opera di vaccinazione di massa in Lombardia e a Milano.

Jenner, Sacco, e prima Spallanzani, Redi della scuola galileiana erano i pionieri della ricerca scientifica. Oggi ci sono enormi interessi, una competizione sfrenata, risultati anticipati e non verificati, i media alimentano una bulimia comunicativa che fa spettacolo. Nel 1998 sulla rivista The Lancet Andrew Wakefield scrisse un articolo fraudolento sulle responsabilità del vaccino trivalente nell’origine dell’autismo. Il saggio fu ritirato, Wakefield radiato… Smentire non è facile e spesso ci vuole tempo. C’è, infatti, una vergognosa speculazione sulla sofferenza. Il metodo Di Bella contro il cancro, la Stamina di Davide Vannoni (tenne nel 2013 un incontro affollato a Manfredonia), il siero Bonifacio… crearono un vasto movimento di opinione. Ed è la politica, impreparata e succube del consenso, a fare molti danni.

In Puglia nei giorni scorsi scorsi la Xylella (esplosa nel 2013) si è spostata nel barese ed è di nuovo emergenza. Un comunicato della Coldiretti parla del tempo perso e che dall’aprile del 2015 per non abbattere 47 alberi se ne sono infettati oltre 3.000. Gli studi del Cnr di Bari, resi pubblici da tempo, dicono che le cause dl disseccamento sono da attribuire alla Xylella fastidiosa e l’unico rimedio è l’abbattimento delle piante. Un intervento traumatico che incide non solo sulla produzione di olio, ma anche sul paesaggio e la storia del territorio. Si oppongono comitati popolari, associazioni di categoria, professionisti…che richiedono una “certezza granitica“. Si parla di alberi con i segni di disseccamento e senza contagio, altri con tracce di Xylella ma senza disseccamento. La procura di Lecce indaga 10 persone per devastazione ambientale e sequestra l’area. Gli alberi stanno fermi ma la xylella cammina, un insetto vettore la fa viaggiare. Xilella è l’esempio di una pessima gestione politica e di un potere giudiziario eccessivo. E nessuno produce analisi alternative a quelle del Cnr barese.

Resta la necessità di un controllo. Di istituzioni autorevoli che lo facciano. La necessità di una scuola che trasmetta una formazione scientifica approfondita. Ma è il fascino del metodo scientifico, la curiosità, la soddisfazione di capire il migliore antidoto a notizie false e a pagine di cattiva scienza.

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