Turismo. Destagionalizzare, cosa necessaria difficile a farsi. L’aeroporto facile a farsi, ma è ingannevole.

POLITICA LOCALE

La pandemia cambierà i costumi, la scala dei valori… rallenterà il ritmo?
Ha messo a nudo un mondo troppo mobile, interconnesso, ma si potrà tornare a come era prima? E come cambierà il modo di viaggiare e di fare vacanza?

Alcuni dicono che si passerà da un fase overtourism a un’altra undertourism: evitando il sovraffollamento e cercando altre destinazioni… il trasporto aereo vivrà una fase di contrazione, il turismo low cost sarà colpito di più rispetto al segmento d’elite.

Il turismo non è un’attività economica come le altre, ma è la naturale sintesi di tante azioni e processi di cui beneficiano i residenti e vengono offerti ai visitatori. Non valgono logiche lineari di causa ed effetto, e i tempi dello sviluppo sono lunghi. Non sono sufficienti i richiami alla bellezza e alle attrazioni paesaggistiche; l’andamento dei flussi di visitatori evidenzia che bisogna dare valore a molte cose insieme. Il settore è, comunque, dinamico e “adattivo” ed è quello che per primo ha valorizzato internet per la promozione di luoghi e servizi, per stabilire relazioni e interazioni tra domanda e offerta. L’offerta è frutto dell’accordo di soggetti pubblici e privati, operanti nel campo dell’ospitalità, della cultura, della comunicazione, dell’industria ricreativa.

Quest’anno è stata una stagione particolare, un ritorno al passato: concentrazione solo sul mare e per brevi periodi. La cultura dimenticata: soprattutto quella degli spettacoli dal vivo (concerti, teatro, musica…)….

La destagionalizzazione, parola difficile da pronunciare, ma sempre a portata di labbra. Parola passepartout che ha fatto capolino in campagna elettorale. Che cosa si può offrire ai turisti nelle altre stagioni dell’anno? Che cosa a Mattinata, Vieste, Manfredonia, Lucera?

Il turismo di tutte le stagioni è praticato in molte aree geografiche, e riguarda fasce di popolazione che chiedono esperienze nuove e sguardi nuovi. Il turismo religioso c’è (i pellegrini arrivano a S. Giovanni Rotondo e a stento al Santuario di Monte S. Angelo), ma ci sono sempre più viaggiatori sensibili a percorsi “spirituali”. Un amico di Mattinata ha effettuato “il cammino di Santiago”, che è cosi pieno che in certi mesi si scoraggia la partenza. Ha effettuato anche il tratto da Assisi a Monte S. Angelo. “Molto più bello”, ha detto, ma non lo pratica nessuno, perché manca tutto. Soprattutto la sicurezza, l’informazione. Cose che mancano nei tanti cammini lungo il Gargano (verso Pulsano, Montesacro…). Una signora emiliana, incontrata anni fa in un campeggio a Vieste, mi disse che voleva “vedere” il Tavoliere. Cosa c’è da visitare in quel luogo “deserto”? C’erano, mi diceva, i campi estesi, le vecchie masserie con i luoghi dei cafoni e della malaria, i tratturi, le poste, un convento ospedale per i pastori… Il piano paesaggistico regionale è un documento interessante, con proposte e opportunità impensabili e che pochi conoscono. Ci sono state esperienze di turismo scolastico (da Pordenone verso il Sud), e scambio di visite tra i licei di Perugia e Manfredonia. Esperienze terminate purtroppo. Sarà necessario rimodulare la stagione teatrale teatrale, anche in vernacolo, laboratori musicali, teatrali, mettere in rete i piccoli musei, le mostre… E soprattutto coinvolgere i borghi.  Ci sono pure offerte di natura esperienziale: a Manfredonia un gruppo di giovani (anche ospiti) il 15 agosto ha fatto la salsa, altri minicrociere con pesca e cucina a bordo. Il turismo oltre l’estate occorre inventarselo, curando strade secondarie, piste ciclabili e sentieri, avviando una nuova stagione culturale e politica. Una seria alleanza tra i Comuni e politiche di cooperazione nel territorio. I festival del teatro in piazza, di letteratura, di filosofia… che si svolgono anche quest’anno, sono sostenuti dai comuni dell’intero territorio.

Destagionalizzazione e spunta l’aeroporto. A fine dello scorso anno il comitato promotore ha fatto circolare un appello: “L’aeroporto ultima ancora di salvataggio. Indispensabile per la destagionalizzazione”. Dopo la pandemia, il discorso riprende come se niente fosse accaduto. Quello che stupisce sempre sono gli imperativi, le certezze… il fastidio per chi esprime dubbi e chiede una discussione sulle priorità. Chi ci ha provato nel recente passato è stato caricato di sospetti. L’aeroporto serve, “il resto viene da sé”. Un assioma usato altre volte e non ha mai portato bene.

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