Una Capitanata senza… Il virus metteva le ali e volava veloce e nessuno se ne è accorto.

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La Capitanata ha conquistato il primato in Puglia. Fin dalla prima settimana di Ottobre. Man mano lo ha consolidato.

Il dato di riferimento è il numero dei positivi su 10.000 abitanti. Già a metà ottobre la percentuale era ampiamente superiore a Bari, Brindisi, Taranto, persino il quadruplo rispetto alla provincia Lecce. Dati chiari, segnalati ogni giorno da giornali online, che io seguivo e ne parlavo su questo blog. Non ero il solo, incontravo persone (qualche medico, un docente di matematica…) che non riuscivano a capacitarsi. L’incidenza dei positivi non determina la zona rossa (che nasce da calcoli più complessi attenti alla sostenibilità delle cure ospedaliere), ma riguarda la popolazione, i suoi comportamenti, e in Capitanata la superdiffusione del virus doveva sollecitare qualche analisi e soprattutto spingere a intervenire urgentemente e a diversi livelli sulla popolazione.

I dati continuano ad arrivare, senza nessun eco intorno. I numeri tra le province restano inalterati. Gli ultimi: Foggia 157, ampiamente superiore a Bari e Bat, il doppio di Brindisi e Taranto, il quadruplo di Lecce. Poi dal 17 Novembre un “coro” (associazioni, movimenti…) per la zona rossa. Il sindaco Landella in un video: “Sono spaventato, mille i positivi a Foggia“. E sollecita la Regione a chiudere tutto. Cos’era accaduto? Sono arrivati i primi morti. Gli assembramenti pubblici sostituiti da centinaia di persone in fila per il tampone… A Manfredonia si invita la Commissione straordinaria a “bloccare il virus”. Solo pochi giorni prima alcuni gruppi incontrano la commissione per parlare di Energas ed Enichem, e invitandola a tenere videoconferenze sui conti del Comune. I deputati regionali e nazionali… i partiti, la Provincia, Asl, sindacati, associazioni di vario genere… tutti assenti. Solo qualche sindaco (Monte S. Angelo, Mattinata, Zapponeta…), parroco, docente, molti cittadini mostrano preoccupazione per quanto accade in Provincia.

Geppe Inserra, giornalista noto e stimato, scrive sul blog “Lettere meridiane”: “Non ce ne siamo accorti... Non c’è stata la necessaria percezione di quanto la situazione fosse critica” e aggiunge: “Quasi mai la narrazione dell’andamento epidemico da parte di giornali e Tv regionali è stata coerente con questi dati di fatto”. Almeno un mese di ritardo. Se si fosse agito prima… Si sa quanto conta con il coronavirus la tempestività. Questa volta l’informazione è stata puntuale. La mappa della Regione Puglia e della Provincia di Foggia ogni sera era lì, con pochi dati, chiari, precisi. Qualche giornale, per segnalarne la gravità (Stato quotidiano) non riusciva a trovare più le parole: primato, maglia nera, fuori controllo, super rossa, record… Una Capitanata senza… opinioni, borghesia civile, coraggio, protagonismo civile…

Forse c’è davvero una “disfatta dell’immaginazione”, come ha scritto Quammen, l’autore di Spillover. Tutto è dettato dal consenso, dalla paura, dall’opportunismo. Si auspicano le zone rosse, perché così arrivano i ristori. I criteri sono rigidi… la decisione diviene asettica, automatica, senza che nessuno possa lamentarsi. Si segue un astratto ideale di uguaglianza. Alla fine la zona rossa in Capitanata è stata respinta.

Si usa un linguaggio di guerra, ma ignorando che nella guerra sono importanti due aspetti: la logistica e la strategia. La lotta al virus si combatte (discutendo, confrontandosi…) nelle famiglie, nei condomini, nel gruppo degli amici… Si invitano i cittadini a essere cooperativi e collaborativi, ma intanto in questi ultimi mesi nessun opuscolo su come si prende il contagio, quali i sintomi, che fare quando si è contagiati e si resta a casa… Insomma non cose specifiche, ma quelle su cui tutti sono d’accordo o quasi.

Nemmeno uno spot o comunicazione video su buone pratiche. C’è un video tedesco, ironico, divertente. Siamo in tempi lontani, nel 2080, un anziano signore ricorda il 2020, quando era giovane studente e tutti si aspettavano dai ragazzi, dai giovani la salvezza. E i giovani potevano divenire eroi, senza fare niente, stando solo sul divano… Gli italiani hanno perso ironia, ormai immersi in questa noia, scontri quotidiani, ripetizioni delle stesse cose, le stesse parole… Solo qua e là qualche reazione, come la Bottega degli apocrifi del teatro Dalla di Manfredonia: “Ironia della sorte”, un corso di scrittura creativa e ironica. O come una scuola di Monte S. Angelo: Racconti da condividere sul web…

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