“Ma tu hai paura?” Nonostante tutto, c’è aria di ripartenza, iniziando dalle piccole cose.

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Sembra crescente il bisogno di rimettere in moto il mondo bloccato. Il proprio mondo, quello dei piccoli impegni… forse è quello che si dice “convivere con il virus?”

“Ma tu hai paura?” Una domanda ricorrente in questo ultimo periodo. Spesso non rispondo. “Ebbene sì… I vaccini, lontano dalla folla… i figli sono tornati, per poco… quarantene, tamponi, cautele… ma senza ansia… Mi sforzo di evitare il virus… E’ paura?”

Vedo comunque intorno prudenza, ma anche un desiderio di riprendere a pensare a dopo, con qualche cambiamento e poi con il tempo si vedrà. Non per uscire dalla costrizione o per un’ansia di liberazione, ma voglia di riprendere il proprio piccolo destino, alla luce delle cose che sono accadute. Il mondo di ieri scorreva veloce, c’era persino voglia di scendere dalla corsa, ora di riprendere a camminare. Lo colgo da qualche telefonata, mail, incontro…

Hai ancora quel documento che ti inviai un paio di anni fa sul tabagismo?… Sai ora partiremo con la prevenzione e con un collega di Manfredonia lo inseriremo in un corso di formazione per giovani medici. Il fumo è questione centrale anche in questa pandemia” – Così un medico di medicina generale di S. Giovanni Rotondo, mio cugino e omonimo. Parliamo dei contagi nei comuni della Capitanata, delle reazioni differenziate delle comunità, di resistenza al lockdwon, al Covid e ai suoi continui ritorni. “Non hanno resistito i più forti fisicamente, ma i più forti psicologicamente e culturalmente… Quelli che se ne sono fatta una ragione, volevano capire, hanno mantenuto buone pratiche alimentari, non potevano uscire ma non sono passati dal letto al divano…”. Il corso di formazione per giovani medici è una buona notizia. Parlare del ruolo dei medici di famiglia mi sembra importante. “Dobbiamo riprendere le visite domiciliari. Andare nelle case. Non sappiamo quello che è successo. Oltre a curare, noi dobbiamo raccomandare, sostenere, prevenire…

Nell’assenza della Provincia e dei partiti, c’è un ritorno alla politica in Capitanata. Ed è una buona notizia che il prefetto abbia creato una commissione sui ghetti di Capitanata; dalle scarne notizie, oltre a una verifica della situazione, si affronterà il tema della campagna di vaccinazione delle migliaia di lavoratori dei campi… Spero che si faccia un censimento vero, delle donne, dei bambini e ragazzi… che vivono nei ghetti e nei poderi sparsi nel Tavoliere. E’ opportuno ripartire dalle conclusioni del prefetto Iolanda Rolli, commissaria qualche anno fa dei ghetti del Tavoliere. Sottolineò tre aspetti: la manodopera non è solo estiva e in agricoltura si lavora dieci mesi su dodici; moduli abitativi sparsi nel territorio; dotare gli immigrati di biciclette (molti già le usano) per recarsi al lavoro.

Le scuole riaprono con difficoltà. Si legge che alcune hanno acquistato (con i fondi del Ministero) i purificatori d’aria nelle aule e hanno limitato le classi numerose… E le altre?

A dirci che siamo usciti fuori dalla pandemia lo diranno i numeri dell’emergenza sanitaria, ma anche la nostra consapevolezza che qualcosa è cambiato. Dire che tutto torna come prima sarebbe certamente un brutto segno. Sono aumentate le violenze familiari, episodi e segnalazioni lo testimoniano… ma nelle famiglie si è anche parlato molto (organizzazione del tempo, i figli e la scuola, vaccinarsi o meno…) e si è discusso intensamente di libertà, cittadinanza, responsabilità nei confronti degli altri. Potrebbe nascere una nuova consapevolezza che molte esigenze delle famiglie devono iniziare a trovare risposte (sostegno psicologico a distanza e a scuola).

Si ripete fino alla noia da opinionisti e giornalisti che gli italiani hanno stupito per la tenuta democratica e il rispetto delle regole. Lo hanno fatto per senso di responsabilità e fiducia, perché hanno compreso il valore della posta in gioco, nonostante una comunicazione spesso farraginosa e una informazione televisiva mediocre e fuorviante. Ora però occorre far intravedere cambiamenti e miglioramenti futuri. E non tutto può essere affidato al Pnrr. Ci sono risposte che vanno trovate intrecciando il livello globale e quello locale, in un futuro prossimo e non remoto.

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