L’ultimo canto. Putin all’Inferno. E gli altri? Minosse è in piena crisi. L’Inferno è da rifare

CULTURA

L’ultimo canto della Divina Commedia? Trovato nei ruderi di un vecchio convento, forse lasciato da un pellegrino verso l’Arcangelo (Monte S. Angelo). Incertezze su data, autore…

Racconta di Minosse che si trova a gestire un grande, enorme afflusso di anime, nuovi peccati e peccatori… del Novecento fino al recente conflitto. Che fare? Far uscire le anime antiche già da secoli punite, liberare gli spazi, ampliare l’Inferno…

Minosse è stanco cupo, adirato, intorno una folla rumorosa, che  chiede  punizioni severe. Con “Un cenno chiama a sé special destriero — Chirone ha nome e scalpita superbo: — “Porta laggiù il peccatore nero, // che muto sta e non pronuncia verbo. — Nel settimo cerchio giù tra i violentinel sangue attuffalo senza riserbo…”   Il centauro Chirone porta via Putin e dietro una lunga schiera di generali e comandanti, seminatori d’odio, politologi e cronisti militanti. Ma la massa è enorme.

Ci sono pure governanti che portano armi e dicono: Vittoria sul campo fino all’ultimo uomo! “A Kiev si recan tutti in processione: — Da voi prendiam lezione d’eroismo” — dicon commossi e fungono da sprone. //  Sono i leader del nuovo europeismo — che indossano giubbotti con elmetti — si fan profeti d’un nuovo patriottismo”.

Come si fa a stabilire la giusta pena? “Ci voglion anni e mille diavoletti — per tenere sì lunghe fila a bada — e tutti esaminar senza dispetti”. Pensa Minosse e vede un’autostrada di spiriti che si reputano innocenti. “Come punir tale lunga masnada? ….  Forse costruir si deve un nuovo Averno — O all’anime antiche dar salvezza? — Chissà quale il voler del Padre Eterno!”     

La gran parte è posta tra gli Ignavi, tra color che vissero senza infamia e senza lode. Corrono le anime dietro un’insegna che non si ferma mai. “D’una medesma schiatta malefatta — si riconoscono annusando a fiuto — appiccicose come una mignatta. // Ci sono quelle che da camaleonti — Venduto han l’armi rialzato il bilancio — esportar libertà con occhio ai conti”. Spiriti sciagurati, senza ideali, “son ignudi e forniscono buon rancio //  a mosconi e vespe che sono ivi — e che rigan loro di sangue il volto — che mischiato di pianti ormai tardivi // da fastidiosi vermi vien raccolto…“.

Minosse guarda quel magma infinito e vario. E’ perplesso. L’Inferno è ingiusto, pensa. “Tutti dentro un sol fiume doloroso iracondi violenti e fraudolentisono a fianco nel mondo tenebroso?” E’ una confusione che sgomenta e fa scempio della verità. “Come disporre iniqui malfattori –Mostrare delle colpe un bell’esempioChe distingua chi è dentro e chi sta fuori?”

V’è poi un peccato riprovevole, pochi lo notano, benché sia il più empio. “Sono coloro che come banderuole — cercan intorno subito consenso — lesti si muovon come gira il sole. // Invece che con solido buon senso — i bubboni di cui la terra è piena — dovrebber medicar senza compenso. // Ci son conflitti tenuti in cancrena — altri che sono alimentati ad arte — per interesse e prepotenza oscena. // Questa guerra la conosceva Marte — i governanti Onu e dell’Europa — pronti si giravan dall’altra parte”.

Per Minosse è la colpa maggiore. E’ disorientato. Osserva la sua coda (con cui suole avvolgere i malvagi e decretarne la pena), ormai rammollita e senza forza. E’ preoccupato: comprende che, se nell’Oltretomba la malvagità non verrà punita secondo giustizia, il mondo si guasterà ancor più. “Si ricorda di quella damigella — ch’il divino poeta pose all’inferno — colpevol solo d’una bagatella. // Dante stesso gli ha dato un suo quaderno — Che riporta Francesca in Paradiso — tra gli amanti, fuori dal buio eterno“.

Minosse rilegge i versi corretti dell’amico Dante: Francesca e Paolo insieme leggono “Lancillotto e Ginevra”, alla scena del bacio Paolo ci prova “… tentò un bacio e fu l’Apocalisse — gli mollai un ceffon si saettante // che sempre ricordò finché lui visse. — Giammai non mi pentii, sapeva d’aglio,ma persi la vista come con l’eclisse. // E se per le mani avria avuto il maglio / nel basso ventre ben l’avria colpitorovinando così il suo battaglio” . Una risata irrefrenabile lo prende. E s’addormenta…

Per chi desidera leggere integralmente “L’utimo canto” cfr Endoxa, n. 37 – maggio 2022.  Rivista on line bimestrale (Università di Trieste e della Campania). In questo numero si parla di Inferno.

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