Bergoglio, papa di sinistra? Sono vie diverse, quelle della chiesa e quelle della politica.
C’è stata empatia tra questo Papa e i non credenti, i lontani, i progressisti. Ascoltandolo, molti provavano un senso di soddisfazione… la sinistra pigramente si riconosceva in lui.
Papa Francesco usa parole di sinistra? Incontrando i disoccupati abbraccia uno di loro e dice: “Gesù dacci il lavoro e insegnaci a lottare per ottenerlo”. In altre occasioni parla di vergogna nel ricordare i naufragi dei migranti, e definisce i “campi di accoglienza simili a lager”. Non nasconde l’indignazione: “Si specula su tutto, sui poveri, sui migranti, sui giovani, sul loro futuro…”.. Ha pure detto: “Lo sfruttamento sul lavoro è peccato mortale” e “Chi accumula ricchezza con lo sfruttamento e lavoro nero è un sanguisuga”. Sembra quasi di ascoltare i polemisti socialisti dell’Ottocento! Nel Sabato Santo, nei volti pieni di lacrime delle due Marie davanti al sepolcro, invita a vedere i volti di chi “sperimenta il disprezzo, l’egoismo che crocifigge le speranze e la dignità, i diritti e le aspirazioni sepolti dalla corruzione e dal clientelismo. E il rischio è che a questo mondo ci si può abituare e a pensare che “questa è la legge della vita”.
A separarlo dalla sinistra non c’è solo l’aborto e l’eutanasia, i gay, i divorziati…. Su cui si muove con prudenza evangelica: “Chi sono io per giudicare?”. C’è la santità del creato. Bergoglio ha cercato di spostare l’attenzione dall’uomo che domina alla cura del creato con tutti i viventi e alla protezione della casa comune. Lui, però, ha una parola che la sinistra non ha.
Sa che le parole si usurano, consumano, perdono forza e vigore. “Misericordia” è la parola centrale, “magica” che racchiude altre, una famiglia di parole, da cui scaturisce un’idea di bene e di male: cura, empatia, abbraccio, consolazione, rispetto… E’ così importante che proclama il 2016 anno del Giubileo della Misericordia. Per papa Francesco il male è l’indifferenza, l’individualismo, il sottrarsi al contributo che ognuno deve dare a costruire il bene. E il bene cos’è? E’ curare le ferite, dare speranza. Guardare le cose, le persone, le situazioni per quello che sono e per quello che possono divenire. “Tutti ci troviamo di fronte ogni giorno alla scelta tra l’essere samaritani o indifferenti viaggiatori che si tengono alla larga“.
Papa Francesco ha elaborato una specie di “teologia del contatto fisico, una scienza della carezza. “La tenerezza è data dalle mani che accarezzano, la guarigione dalle mani che toccano la piaga, la fiducia dalle mani che accompagnano” La misericordia è anche cura dei luoghi dell’incontro, come la scuola. “L’abbandono odierno, lo sradicamento e crollo delle certezze principali che danno forma alla vita, ci spinge a fare delle nostre scuole una casa, un nido dove donne e uomini, bambini e bambine possano sviluppare la capacità di condividere le proprie esperienze, di radicarsi nel proprio territorio e nella propria storia personale e collettiva…”. Insomma un riparo, una dimora, un rifugio per “rifondare i legami sociali”.
Da vescovo in Argentina era ritenuto conservatore. E intorno in America Latina si parlava di rivoluzione. Oggi da noi nel pantano, nella stagnazione di idee, tra ideologie di guerra e di riarmo… è ritenuto comunista. C’è in lui la difesa della vita che c’è (poveri, migranti…), la dignità degli scartati (carcerati, vittime di guerre e genocidi)… Temi sui quali è stato radicale e divisivo, nel nome del Vangelo. L’opzione per i poveri è “questione evangelica”. Chiaro è il dissenso verso le teorie economiche neoliberiste, quelle dello “sgocciolamento“. Crescita economica, aiuto alle imprese, maggiore ricchezze delle classi agiate… e qualcosa “sgocciola verso il basso”. E la dignità? E il rispetto?
Bergoglio non usa slogan. Usa parole che aprono spazi interiori. Torna più volte sulle “beatitudini”. Lette superficialmente possono “sembrare sciocchezze” e invece sono “i nuovi comandamenti”. Quelli del Vecchio Testamento dicono che cosa bisogna fare e non fare. Le beatitudini sono “la legge” per coloro i quali hanno “il cuore libero e aperto alla salvezza”
E’ utile vedere il film di Wim Wenders: “Papa Francesco – Un uomo di parola”, un dialogo corale e universale. Si scopre l’intelligenza della complessità e l’intelligenza della speranza, ed emerge l’immagine della chiesa da campo, della chiesa in uscita. Il film del grande regista tedesco termina con l’invito accorato all’ascolto, l’unica modalità di connessione tra gli umani, ed anche al sorriso e all’umorismo. Bergoglio confessa di pregare ogni mattina con le parole di San Tommaso Moro: . “Signore, dammi una buona digestione – e anche qualcosa da digerire, – la salute del corpo con il buonumore necessario per mantenerla… Dammi o Signore un’anima che non conosca la noia – i brontolamenti, i sospiri e i lamenti – e non permettere che io mi crucci eccessivamente – per quella cosa invadente che si chiama “io”….