Perché il blog

Mi faccio un blog

Prima di fare l’assessore alle politiche sociali e culturali del Comune di Manfredonia per 11 (undici) anni, sono stato direttore per una decina di anni del supplemento settimanale diocesano sul quotidiano Avvenire, e prima e contemporaneamente tenevo rubriche su vari settimanali e mensili provinciali (Argomenti dauni, I protagonisti, Elpis, Il corriere del golfo…). Sono stato sollecitato negli ultimi tempi a riprendere qualche forma di collaborazione, mi hanno chiesto pareri e interviste… Mi sono sempre defilato. Non mi va. Non ho nemmeno facebook. Poi ho pensato… Mi faccio un blog.

E’ difficile definire che cosa debba essere il blog. Ho nella mente alcune cose, ma è più facile dire che cosa non è, né vuole, né può essere. Non vuole essere un luogo di discorsi lunghi e seri, utili… Del resto che cosa è utile? Leopardi definisce la sua epoca “stolta” che chiede l’utile e non si accorge chela vita diviene sempre più “inutile”.

Questo vuole essere un blog che contenga qualche idea, aprire qualche orizzonte, qualche spiraglio, in un clima, purtroppo, grigio, segnato dalla banalità e dalla superficialità.

Ho parlato prima di zone grigie. Dietro i colori ci sono valori morali, idee: così per il rosso, il rosa, l’arancione, il nero, l’azzurro… Le culture politiche hanno i loro colori: la destra, la sinistra, le minoranze di opposizione… il grigio non appartiene a nessuna, ma in Italia e nel Sud ha raccolto sotto le sue bandiere numerosi seguaci, che in tempi di cambiamento diventano stragrande maggioranza. Sono quelli che vedono solo i propri interessi, preferiscono il silenzio e aspettano, fanno finta di ascoltare e sono maestri nell’arte di far correre le voci… che alimentano con noncuranza, superficialità, banalità.

Dice il Leopardi che, come sono state inventate macchine per difenderci dai fulmini e dalla grandine, chissà che non si possa inventare qualcuna per difenderci dalle calunnie, dalla invidia… qualche congegno che “ci scampi dall’egoismo, dal predominio della mediocrità, dalla fortuna che hanno gli insensati, i ribaldi, i vigliacchi…”

Io vorrei scalfire la zona grigia. Ma credo che le persone che ne fanno parte siano così forti e piantate da rendere questo proposito poco attuabile. Nemmeno l’ironia più corrosiva le può scuotere. E allora perché scrivere? Forse semplicemente per uno sfogo che serve più a me che non di giovamento per la comunità?

Eppure penso che ci sia bisogno di parole. Sforzarsi di trovare parole nuove per parlare oggi di tutto ciò che capita intorno a noi.

A questo blog mancano i commenti. Molti giornali li stanno eliminando. Alcuni famosi giornali stranieri li aprono dopo 3 – 4 giorni e pare che le superficialità e le insensatezze diminuiscano. Io posso dire quello che avviene a livello locale. I commenti non fanno crescere il dibattito, in alcuni casi ci sono servili “batterie di fuoco amico”, e poi l’anonimato. Vi è una lettera di Plinio il Giovane (scrittore latino del II secolo) che in qualità di governatore della Bitinia chiede all’imperatore Traiano come si deve comportare in caso di denunce anonime nei confronti dei cristiani. Traiano risponde in modo duro: le denunce anonime non vanno prese in alcuna considerazione, sono una vergogna, un pessimo esempio, indegno del nostro tempo.