Senza dibattiti e confronti. Campagne elettorali prive di senso.

CULTURA

Inutili! Sembra che siano un fastidio per chi le fa, sono certamente una delusione e un’umiliazione per coloro che le “subiscono”. Per le elezioni del 4 marzo, la campagna elettorale è stata breve, ma già da un pezzo quasi tutti i partiti non vedevano l’ora che finisse. Non si è discusso di niente. Potevano esserci i confronti diretti, ma sono stati disertati. Aspettavo con un certo interesse che si parlasse del Reddito di cittadinanza (esteso anche ai surfisti di Malibu?) Dell’Università gratis per tutti, dei bonus da abolire o confermare, dell’Inps e delle pensioni… pensavo a interviste incrociate e confronti… Niente. Non parliamo poi delle questioni più complesse: il lavoro, l’immigrazione, l’integrazione, la riduzione del debito… l’Europa.

Schiavi dell’Europa? E’ un manifesto (inquietante e terribile) di questa campagna elettorale. L’Europa ha molte pecche e burocrati irritanti, ma è un esempio di fratellanza tra i popoli, che fino a 70 anni fa si sono scannati, e che ora hanno deciso di condividere i destini e hanno assicurato in questi anni la più alta crescita nel mondo per salute, istruzione, libertà civili, libera circolazione dei cittadini… L’Unione europea si fa garante del rispetto dei suoi valori fondamentali in tutto il mondo (il ricorso contro l’Enichem dell’associazione di Manfredonia Bianca Lancia ha avuto dalla corte di Strasburgo riconoscimento e risarcimento). L’Europa meritava una discussione seria: perché gli altri paesi crescono più di noi? Cosa si pensa delle riforme richieste dall’Unione europea (Pubblica amministrazione, giustizia civile, corruzione…)? Cosa si pensa delle buone norme che sono state fatte, perché pressati dall’Unione europea: difesa dei consumatori e dell’ambiente, diritti civili, testamento fine vita? E della possibilità degli Stati Uniti d’Europa?

Se la campagna elettorale non è confronto di idee, posizioni, soluzioni… a cosa serve? Un tempo era una “istruzione collettiva”, un sapere (anche confuso) che comunque si diffondeva. Aveva un valore didattico. Oggi nulla; anche per responsabilità dei giornalisti e conduttori televisivi che ricercavano lo scoop sulle alleanze, il nome di qualche ministro, e non si preoccupavano di porre domande che chiarissero proposte generiche e fornissero ai cittadini elettori informazioni e conoscenze.

Molti dei temi enunciati meritavano un approfondimento a livello dei singoli territori: l’integrazione, la legalità, l’economia criminale (quanti nel Sud i casi di riciclaggio legati al calcio?), la crescita del Sud, i giovani che vanno via, la gestione dei fondi europei…

Le campagne elettorali non servono più, anche quelle per le elezioni amministrative. Molti sostengono che uno dei problemi della disaffezione politica consiste nei programmi generici e nella durata del mandato: 5 anni sono troppi tra una votazione e l’altra, bisognerebbe prevedere forme di consultazione di metà mandato. A Manfredonia, dopo le elezioni del maggio 2015, due problemi sono stati e sono al centro della scena: il bilancio (con l’intervento della Corte dei Conti)  e il deposito Energas (oggetto di un referendum). Entrambi taciuti in campagna elettorale, e molto probabilmente erano già allora ben noti!

 

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