E’ mafia? Forse che no, forse che sì. “La politichetta domestica” e la società civile.

POLITICA LOCALE

Il presidente dell’associazione “Giovanni Panunzio”, in un incontro nel luglio scorso della Confapi (confederazione piccola e media industria), ha dichiarato che il racket in Capitanata incide sull’80% delle imprese. Un fenomeno che negli ultimi anni ha portato a una diminuzione del Pil del 16%. Il doppio di quello riscontrato per tutto il periodo della crisi economica dal 2008 ad oggi! Dati confermati dall’ex questore Silvis: “l’80% degli esercizi pubblici è sotto estorsione”. Per il procuratore antimafia di Bari Giuseppe Volpe, l’80% dei crimini restano impuniti. Cesare Beccaria nel 1700 affermava che era la certezza della pena l’unico deterrente, non la sua durezza!

Il 29 luglio sulla Gazzetta del Mezzogiorno, un ex dirigente della polizia di Stato (Claudio Lecci), già capo della squadra mobile di Foggia, scrive un articolo… se fosse vero solo un quarto di quanto riportato ce ne dovremmo scappare! Sostiene che vi è “un antistato fatto di incapaci, fannulloni che hanno raggiunto i vertici e sono responsabili della vittoria dei mafiosi, dei piromani, dei tangentisti…”; sono essi ad aver smontato una organizzazione di lavoro che aveva dato risultati apprezzabili e penalizzato persone valide, demotivando il personale già “ammorbato dal pessimo esempio della inadeguata classe politica…”

Il procuratore Volpe dice che dall’inizio di questo anno sono state sequestrate 24 tonnellate di erba (più le 4 tonn. di questi giorni), e questo significa che ne è passata per le nostre coste almeno 10 volte in più. Un profitto di un miliardo e 200 milioni di euro. A questo si aggiungono le coltivazioni scoperte quotidianamente nei giardini, nei terreni privati…

Non manca nulla in Capitanata: rifiuti tossici nelle campagne, assalto ai Tir e porta valori, minacce ai giornalisti, furti di rame… si possono bloccare per ore treni nazionali, l’elettricità a interi quartieri… Un migliaio sono gli aderenti alle batterie delle mafie presenti in provincia di Foggia. Racconta il procuratore Volpe di Omar Trotta (assassinato in pieno giorno a Vieste): era scomparso per un paio di settimane, poi torna, forse con delle garanzie. Viene contattato per collaborare. “E’ finita come è finita. Non si fidano di noi”, conclude. Ma a Vieste circola la voce che a Omar avevano anticipato che avrebbe visto la figlia nascere, ma non battezzare.

Il fenomeno era conosciuto, così come si sapeva che sul Gargano si aprivano vie nuove della droga, nuove enormi fonti di reddito… ma ci vogliono i morti a dare visibilità alla criminalità organizzata. E’ un fatto positivo; vuol dire che non ci siamo assuefatti all’idea dei corpi assassinati!

Di fronte alla strage di un mese fa, l’invito al silenzio e a smetterla con la retorica e l’autoassoluzione da parte della “politichetta domestica” (Piepoli) non è stato rispettato. Tante le parole inutili. Michele Bordo si augura che cambi “la percezione della pericolosità della quarta mafia da parte dei cittadini, imprenditori e sindaci, alcuni dei quali hanno sottovalutato il fenomeno, pensando di poterci convivere…”. Il presidente Confesercenti di Capitanata (Ferrara) parla di criminali amici di imprenditori e politici. A quali sindaci e politici si riferiscono? Per Vincenzo Musacchio (direttore Osservatorio Antimafia del Molise e della scuola di legalità “don Peppino Diana”) la mafia in Capitanata è talmente forte che è difficile pensare che non abbia sostegno negli Enti Locali.

Che fare? Il giornale Avvenire ci ricorda che “chi non denuncia e chi tace” commette un “reato”, fa “peccato”. Tutti hanno ripetuto che la repressione non basta. “Ora tocca alla società civile”, e che è compito della politica spingere la collettività “a ribellarsi alla criminalità organizzata”. Un richiamo che sembra inteso come fiaccolate, manifestazioni e simili.

La risposta della società civile è quella che viene data quotidianamente nel funzionamento dei servizi e delle istituzioni, trattando i cittadini (tutti) come tali, senza patrocinatori e protettori. La società civile è costituita dalle organizzazioni di categoria, sindacati, scuole, associazioni, oratori-parrocchie, mezzi di comunicazione… dagli ordini professionali (medici, avvocati, commercialisti, ingegneri, assistenti sociali, psicologi…). Se tutti questi soggetti avessero la voce! Se tante voci quotidiane…

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