Una città che aspetta il suo destino. Quasi immobile e un po’ stordita.

CULTURA

L’amministrazione pubblica attende la Corte dei Conti, l’opposizione altrettanto, la popolazione, immalinconita, un po’ meno. Il tema del bilancio è sempre al centro del dibattito. Non solo a Manfredonia, in verità. Sono saltati gli equilibri in molti comuni con il bilancio “armonizzato”, e cioè con nuove norme che richiedono un bilancio “vero”, trasparente per i crediti e i debiti, residui attivi e passivi… un bel po’ di sconquasso ovunque, visto che dappertutto è normale far quadrare il bilancio con crediti che mai saranno riscossi. Poi il taglio dei trasferimenti ha fatto il resto: la crisi, affrontata soprattutto con la riduzione della spesa pubblica, ha prodotto nel Sud (dove tutto si ferma, se si ferma la spesa pubblica) gravi conseguenze economiche e politico-sociali, con la riduzione di risorse destinate a mantenere servizi “gonfiati” per questioni di consenso (o di coesione sociale come qualcuno in maniera azzardata sostiene).

Una situazione di sofferenza in tutti i Comuni e l’Anci ha chiesto al Governo un intervento. Non finanziamenti – ha detto il sindaco di Napoli De Magistris – ma un quadro normativo nuovo. Posizione condivisa dal Sindaco di Manfredonia, che ha sottolineato come in tutti i comuni ci sia una situazione prossima a esplodere in “un conflitto sociale di dimensioni catastrofiche“. Ci sono delle differenze notevoli, però. Napoli è una città viva, molti vogliono investire, sono stati effettuati importanti interventi sui beni comuni…  A Manfredonia non si può dire la stessa cosa!

De Magistris ha detto che ci sono debiti che risalgono al 1981 e ha promesso una commissione per fare piena luce. A Foggia con la passata amministrazione è stato compiuto un accertamento per 300 milioni di Euro, e l’ex sindaco Mongelli ha iniziato un’opera di risanamento. Con l’attuale sindaco Landella non vi è giorno che questo tema non ritorni, ha nominato una commissione anch’egli, che si è impantanata: i debiti emergono in continuazione come da un buco nero, in particolare da un rivolo limaccioso che si chiama “contenzioso”. Ora pare che siano 200 milioni di Euro.

A Manfredonia c’è chi mette in discussione i mutui contratti per le opere pubbliche: teatro, scuole, auditorium, palazzi storici, biblioteche, il lungomare… Interventi importanti che hanno adeguato la città alla media dei comuni della Capitanata. Forse alcuni non ricordano i doppi turni, aule in scantinati dove non vi era né luce né aria!  E allora perché non si fa un accertamento dei debiti anche a Manfredonia? Provare a chiarire (anche per rispetto a chi verrà) quanto deriva dal passato remoto e quanto in tempi più recenti. Si scoprirebbero cose interessanti. Potrebbero affiorare pure qui molti buchi neri  e si potrebbero vagliare anche le responsabilità dell’apparato amministrativo.

Intanto qualcosa si può fare e non essere solo in attesa della Corte dei Conti. Muta velocemente il paesaggio sociale, economico, culturale. Questa può essere una buona occasione per avviare una discussione nel Consiglio e nella città su alcuni temi: povertà, imprese e lavoro, legalità, turismo, scuola, beni comuni… Discussioni pubbliche “vere”, con dati e analisi, aperte anche a soggetti che operano nella città (imprenditori, scuole, banche, sindacati, volontariato…). Provare dall’Assise comunale a dire da cosa e come ripartire. Si lasciano in eredità molti debiti, ma si può anche lasciare qualche considerazione sugli errori fatti e qualche idea.

 

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