Rapporto Svimez. Buio a mezzogiorno e la nottata non passerà.

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Senza speranza? Ci sono piccole luci ma occorrono molte condizioni per farle crescere e per illuminare un paesaggio spento.

I dati Svimez confermano le più fosche previsioni. Dal 2000, in quasi 20 anni, 2 milioni di persone lasciano il Sud e la metà sono giovani. C’è il minimo storico per le nascite; la crescente occupazione riguarda solo il Centro Nord. Il reddito di cittadinanza allevia la povertà ma allontana dal mercato del lavoro. Aumenta il numero dei pendolari che dal Sud vanno verso il Nord (partono il lunedì e tornano il venerdì). Continua l’emigrazione ospedaliera verso il Centro Nord. Aumentano i giovani che, con al più la terza media, abbandonano lo studio e anche la formazione professionalizzante. Ci sono piccoli segni positivi: le imprese biotech, innovazioni che nascono da un intreccio positivo tra Università, centri di ricerca e settore privato, e la bioeconomia (sviluppo sostenibile), che riguarda l’agricoltura, silvicoltura, il settore alimentare. E nel Sud può crescere.

Sono dati drammatici, e la percezione del “declino” è più netta rispetto al passato, ognuno può farne esperienza nella vita quotidiana. I giovani in particolare ne hanno piena consapevolezza. “I miei figli a 14 – 15 anni già sanno che devono andare via e vogliono andare via”, dice una giovane assicuratrice. “Mio figlio iscritto ad agraria ora ha lasciato, studia le lingue, vuole andare via”, aggiunge un agricoltore attivo e intraprendente.

La partenza di tanti giovani parte da lontano e si è man mano incrementata. Si pensava provvisoria, ma ora si sa che la stragrande maggioranza non tornerà più, e questo ha creato nuove abitudini e comportamenti anche in chi rimane. Sono centinaia le famiglie che ora sono organizzate per recarsi periodicamente fuori. Non è solo questione di fare i nonni, ma dare un sostegno nei bisogni quotidiani e poi questi viaggi (frequenti quelli che avvengono nei confini nazionali) spingono a spostarsi, fare confronti, aiutano a stare meglio.

Il quadro disegnato da Svimez produce conseguenze di lunga durata: dualismo Nord Sud, per cui nel futuro il lavoro occorrerà cercarlo sempre più al Nord, anche attraverso forme di pendolarismo (non potendosi trasferire con la famiglia); peso crescente dell’economia criminale; indebitamento degli Enti Locali e contrazione delle spese per il welfare. La pubblicazione della relazione antimafia, le difficoltà finanziarie del Comune di Manfredonia, l’insicurezza che si respira in città preoccupa di più coloro che sono fuori per la diminuzione dei servizi e l’incertezza che potrà colpire chi resta, in particolare i genitori anziani. Ed ha risvegliato risentimenti e rabbia per le scelte, il clientelismo, l’incompetenza della Pubblica amministrazione.

La Capitanata è prostrata. Permane una grande frammentarietà e litigiosità tra i vari enti e un’incapacità di programmazione per superare il deficit infrastrutturale. Si farà l’aeroporto, che servirà solo il turismo del Gargano, e non abbiamo le strade per servire le imprese agricole e i comuni dei Monti Dauni, ridotti a una popolazione complessiva inferiore ai 30.000 abitanti. Eppure Biotech, Bioeconomia, altre forne (sharing economy, economie solidali) possono aprire piccoli spazi di speranza Ma perché questo avvenga è necessaria una nuova classe politica e una trasformazione dei rapporti sociali ed istituzionali.

Dopo il voto del 4 marzo 2018 molti scrissero che in Capitanata era la fine di una intera classe dirigente (30 – 40 persone ruotanti tra loro), che aveva fatto il bello e il brutto tempo. Non conoscono il ceto politico del Sud. La vicenda Asi è stata emblematica. L’ex Sindaco Riccardi ha bloccato per oltre due anni quell’organismo, nonostante Anac, Tar… Come è andata a finire? I nomi che si fanno all’Asi sono gli stessi: politici e sindacalisti prossimi alla pensione, imprenditori poco trasparenti… La nomina del prof. Pasquale Pazienza al Parco nazionale è stata l’unica novità positiva promossa dal movimento 5 stelle. Si potrebbe seguire la stessa via? Competenze e professionalità ricche e compiute stanno nella provincia foggiana ed anche in molti giovani che vivono e lavorano fuori.

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