Lo sviluppo della Capitanata. Da dove ricominciare? I fallimenti e il Recovery fund.

POLITICA LOCALE

Cosa produce e cosa sa fare oggi la Capitanata? Dopo la crisi economica e il Covid, quali opportunità sono perdute e quali ancora possibili?

E’ l’area del Sud che in percentuale perde più abitanti, giovani e soprattutto laureati. Tre anni fa, in un convegno, si diceva che le persone, 22 – 44 anni, erano a Foggia 35.000 (nel 2001 – 47.000). Numeri oggi molto vecchi. In questi anni in cui si parla di aeroporti e alta velocità i Monti dauni hanno perso 4.000 abitanti. Commissariamento Asi, Confindustria… sulle infrastrutture non c’è mai condivisione e accordo. L’agricoltura produce, esporta… ma combatte per la sicurezza, il dissesto delle strade.

Una provincia all’ultimo posto per tante cose, è al primo per la criminalità. Nei comuni sciolti per mafia, si tende a negarla, nonostante attentati, incendi, auto bruciate con frequenza quasi quotidiana. La prefettura si muove con interdittive, eppure ci sarebbe bisogno di informazioni aggiornate e periodiche. E’ poi al primo posto per il contagio, numero di positivi, morti e … nessuno se n’è accorto. Vi è carenza di informazione territoriale onesta, dignitosa, in grado di fornire dati e numeri, richiamare alle responsabilità. Vi è mancanza, dice qualcuno, di una borghesia civile. A Foggia tante istituzioni culturali, tutte assenti. Il video dell’ultimo dell’anno del presidente del Consiglio comunale rende bene l’idea di una classe politica arrogante e volgare. Ma è questo il livello generale.

Oggi c’è il Ricovery fund. C’è euforia per l’arrivo di tanti soldi. E l’Europa diventa buona anche per i sovranisti. Lo strumento presenta dei vincoli; “per fortuna che ci sono”, dice l’economista Tommaso Monacelli della Bocconi. Lo Stato non può semplicemente chiedere di finanziare un’autostrada in Puglia, “deve anche porsi l’obiettivo, con quell’autostrada, di far crescere l’indotto economico tra Foggia e Lecce (occupazione, nuove imprese, valore aggiunto dell’area). Solo nel caso del raggiungimento di questo obiettivo sarà possibile ottenere il rimborso dei costi dell’autostrada”. Monacelli è intervistato dall’Inkiesta e fa “stranamente” l’esempio di Foggia. Io aggiungo l’esempio dell’aeroporto. Spesso a qualche obiezione è stato risposto dal comitato: “il resto viene da sè“. Anche qui arroganza e superficialità. Il piano del governo contiene solo progetti senza processi di sviluppo (per ora). I vincoli in verità ci sono sempre stati, e questo spiega perché dei fondi strutturali (44,8 miliardi del quinquennio 2014 – 2020) sono stati utilizzati solo il 38%.

Paolo Campo (presidente commissione regionale territorio, ambiente…) ha parlato di una politica assente e della necessità di proposte, priorità, condivisione… ha parlato del porto e di periferie… Tutto bene? E’ mancata l’analisi “politica” della drammatica situazione territoriale e provinciale. Una comunità può e deve imparare dai fallimenti, e tutti dovrebbero avvertire l’utilità di discuterne. Anni di politica assente, tante vicende… e sono sempre mancate risposte chiare e convincenti. Non si tratta di cercare capri espiatori, innocenti o colpevoli, ma capire cosa e perché è successo. Il piano del governo parla di Resilienza, che è sapersi sollevare, rialzarsi, se però si è consapevoli della caduta.

Alcune priorità: viabilità nelle zone montane e rurali. Forme dell’insediamento urbano (un gruppo di lavoro opererà nei prossimi mesi sui borghi, dalle aree interne alla costa). L’agricoltura è settore attivo, con ulteriori possibilità di sviluppo, la diga di Occhito ha bisogno di strumenti più moderni di manutenzione; e la Diga di Piano dei Limiti? Ampliamento e riorganizzazione dei servizi pubblici, la qualità della formazione, dell’istruzione, della comunicazione culturale per trovare vie originali per rendere creativo e vivace il contesto. L’Università, inizialmente penalizzata da 5 assurde sedi staccate, deve collegarsi con la realtà provinciale e trasferire saperi a imprese e territori. Le periferie … e soprattutto la priorità di nuova sanità. Il Covid ha fatto più morti dell’Enichem!

Lo sviluppo è fatto di cose che si intrecciano e non si può dire “il resto viene da sé”. Non di prove muscolari, ma di alleanze dei comuni si ha bisogno. “Alla disperata ricerca di salvezza le persone non guardano più in alto, ma attorno a loro”. La politica emergente tende a essere orizzontale e laterale, invece che verticale e gerarchica. E alla politica del tweet non bisogna sostituire quella del libro?

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