Impegnati a salvare la terra. I giovani, l’emergenza del futuro e la democrazia

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Tra meno di un mese, dal 28 al 30 settembre, a Milano vi sarà un appuntamento importante per i giovani che anticipa la Conferenza dell’ONU sul cambiamento climatico a Glasgow dal 1 al 12 novembre del 2021.

Molti di questi giovani si sono formati e sensibilizzati nel movimento e negli scioperi di Fridays For Future. All’entusiasmo di allora sono subentrati momenti di delusione. La Pandemia da un lato e poi le critiche a Greta e ai ragazzi da parte di esponenti della politica e della stampa, infastiditi da tanto protagonismo. Ora tra i giovani si registra un atteggiamento più costruttivo, molti hanno capito che le verità possono essere pure rivoluzionarie, ma non si affermano da sole. I giovani, comunque, devono continuare a mantenere alta l’attenzione, con forme creative di lotta e una spinta dal basso appassionata e imprevedibile. 

Speriamo che le riflessioni, gli impegni presi a Milano e Glasgow arrivino nelle periferie, si diffondano. Oggi si intrecciano tre problematiche fondamentali (Clima, Pandemia, migrazioni), che turbano la politica e sfidano la democrazia. Sono collegate tra loro e sono vissute con intensità anche nei singoli paesi e territori. Ecco perché sono importanti le conoscenze diffuse, la partecipazione.

A Manfredonia e S. Giovanni Rotondo, nel mese di luglio, è stato discusso un libro importante (F. Menga, Emergenza del futuro), che unisce e collega l’emergenza climatica, la pandemia, la politica, il futuro delle nuove generazioni. Un importante lavoro di sintesi che parte dall’incrinatura profonda dell’idea di padronanza e dominio sul mondo per giungere alla richiesta urgente di abitare diversamente il mondo. Un libro che dà rilievo e valore all’esperienza di Greta e Fridays For Future.

A prescindere dalle simpatie o meno verso le iniziative di questi ragazzi è necessario dare risposte agli inquietanti interrogativi che esprimono e la sfida che lanciano alle democrazie  liberali contemporanee. I benefici delle generazioni future richiedono sacrifici e rinunce dei “cittadini viventi”, e questo si scontra con la temporalità scandita dall’orologio della democrazia odierna, basata sul consenso elettorale immediato. Gli attivisti di Fridays For Future poco contano e lottano a favore di soggetti che ancor meno contano. Una alleanza tra vulnerabili, con esiti difficili e non scontati. Nonostante manifestazioni evidenti di questi giorni di un clima “imprevedibile”, i sondaggi dicono che tra i giovani dai 16 ai 30 anni oltre la metà mette al primo posto il cambiamento climatico. Mentre della fascia oltre 65 anni solo il 20% lo considera un obiettivo prioritario. Una divisione, però, destinata a mutare e cambiare, con un dibattito aperto e senza anatemi.

Menga parla delle sfide poste alla democrazia. Sarà costretta a snaturarsi o a recuperare la sua vocazione politica più profonda? Non è una novità compiere scelte pensando al futuro. Nel passato ci sono state generazioni che hanno costruito argini, canali, piantato alberi i cui vantaggi sono andati a quelli che venivano dopo. Giovani che hanno resistito e affrontato consapevolmente e serenamente la morte di fronte ai devastanti totalitarismi del Novecento e lo hanno fatto pensando alla libertà per le generazioni future. Le scelte economiche e politiche di questi anni, ovunque, a livello globale e territoriale, sono state orientate al presente, all’utilitarismo immediato, mentre ora si impongono mutamenti di prospettive, nuovi modelli etici per persone e comunità, l’urgenza di “prendersi cura del mondo”.

Vent’anni fa i fatti del G8 di Genova. L’imponente movimento No Global univa comunità di base, centri sociali, cittadini comuni, e poneva le grandi questioni di oggi: sviluppo sostenibile, cambiamenti climatici, deforestazione, allevamenti intensivi, diritti e giustizia universale. Democrazia partecipata, debito dei paesi poveri, pace… Un movimento contraddittorio e confuso, ma guardava lontano e fu soffocato.

Preoccupano non solo il ritardo di anni, quanto i muri di diffidenza e sfiducia eretti in questo scorcio del Duemila. La sostenibilità ambientale è contestuale a quella sociale ed economica e richiede di affrontare lo scandalo insostenibile delle disuguaglianze. Il Vescovo di Manfredonia era presente all’incontro del libro di Menga e ha impegnato la chiesa locale in questa svolta importante. Nell’ultimo intervento pubblico si è rivolto agli abitanti di questo territorio, chiamandoli “cittadini del futuro”, invitandoli a un grande lavoro di apertura culturale, cambiamento, “trasfigurazione”.

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