Glasgow e il clima. E’ la svolta? Quanto valgono le buone pratiche dei cittadini del mondo?

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Si apre oggi a Glasgow la conferenza ONU sul clima. Organizzatori il Regno Unito e l’Italia. 12 giorni per decidere impegni e scadenze, ridurre le emissioni entro il 2050, conservare gli habitat naturali, aiutare i paesi poveri, stabilire controlli sulle attività delle multinazionali.

Avrà ragione Greta Thunberg che i politici parlano solo? O si riuscirà a trovare intese vere? E poi quale potrà essere il peso e il contributo dei cittadini? Quanto valgono le buone abitudini per frenare il riscaldamento? 

Ridurre i rifiuti, riutilizzarli, riciclarli, dai ministeri di transizione energetica, sono ritenute tra le pratiche più importanti. Per ricercatori e scienziati, i comportamenti individuali e collettivi, pur virtuosi, non potranno mai sostituire le azioni dei governi e delle imprese. Se tutta la popolazione modificasse i propri comportamenti ciò varrebbe per il 20%. In Francia è stato calcolato che, ancora oggi, il sostegno dato da sovvenzioni pubbliche e investimenti privati per l’energia fossile è il doppio di quello concesso alle energie rinnovabili. E’ un momento cruciale e critico, una fase di transizione in cui non è tanto difficile impiantare nuove tecnologie, quanto eliminare (sostituire) quelle vecchie. In Francia si discute per eliminare gli aiuti al trasporto aereo su corte distanze, là dove ci sono altri mezzi di trasporto competitivi, o praticare una tassa alla frontiera per beni fabbricati in paesi che non riducono le emissioni. Attualmente i maggiori sono Cina, India, Russia.

Comunque, le buone pratiche sono importanti in sé, perché aiutano a star bene una comunità, e poi servono a far pressione sui governi, locali e nazionali. C’è il rischio, però, che mancati accordi e l’inazione prolungata degli Stati potrebbero demoralizzare i cittadini, anche quelli più consapevoli e motivati. Sarebbe doloroso e grave per la gente, che segue buone quotidiane esperienze, riscontrare che governi e industrie, per consenso e profitti, non agiscono e perdono tempo.

Il clima e l’emergenza ambientale è stata assente nelle campagne elettorali di questo autunno. Si parla solo dei soldi che devono arrivare con il Pnrr. A Manfredonia nei programmi elettorali solo pochi cenni. Si parla di bonifica Enichem, e questo problema copre ogni altro. Il traffico urbano è tra i più intensi d’Italia, in alcune ore e davanti alle scuole l’aria è molto pesante… una riduzione del 20% delle auto in circolazione è possibile subito, dal momento che molte auto compiono tragitti spesso inferiori a 1 chilometro. Basta andare a piedi e l’impegno dei sindaci (come primo atto di governo) potrebbe essere quello di sistemare le strisce pedonali, inesistenti in tutta la città.

L’incontro di Glasgow è stato preceduto da quello Youth24climate di Milano (28 settembre – 2 ottobre), con gli interventi significativi di Greta Thunberg e Vanessa Nakate. Attivista ugandese, Vanessa, tra le lacrime, ha detto che l’Africa (1,3 miliardi di persone con una età media di 18 anni) è responsabile solo del 3% delle emissioni globali, ma gli africani subiscono l’impatto maggiore. “Il tempo sta scadendo chi pagherà per i tifoni, le distruzioni, le persone costrette ad emigrare?”

L’Europa può stabilire rapporti più stretti con l’Africa, non pensando solo all’emigrazione e impegnandosi unicamente a bloccare le persone sulle coste africane. Frenare l’emigrazione potrà essere possibile solamente con lo sviluppo di quel continente, dove ci sono condizioni favorevoli per l’energia pulita, transizione verde, crescita sostenibile, tutela dell’oceano, conservazione di habitat naturali…  C’è una parola per questo: cooperazione.

Si tratta di comprendere che riscaldamento globale, emigrazione, pandemia sono intrecciati. A Glaslow ci sarà uno spazio per parlare della “Costituzione del mondo”. Un governo del mondo? No. Solo un testo che, pur nella pluralità e l’autonomia degli ordinamenti e regimi politici e nazionali, stabilisca principi comuni. Fare per il mondo quello che le Costituzioni fanno nei singoli paesi, e cioè offrire idee, stimoli, ispirazioni, esperienze positive. La stessa pandemia ha sollecitato una politica sui beni comuni (salute, eguaglianza, vaccini per tutti…). Sono molti i temi discussi a Glasgow, e i politici, le scuole… ne potranno ricavare spunti di riflessioni per darne anche qui, successivamente, la giusta risonanza.

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