Meloni: “La pressione migratoria sarà senza precedenti”. L’Europa sarà presente?

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I fatti di Cutro non l’hanno scalfita. “Ma voi credete davvero che il governo voleva la morte dei migranti?”

Intanto la Meloni scrive alla UE per trovare il modo di “non annullare la migrazione verso l’Europa, ma di stroncare la tratta illegale di esseri umani e far sì che il fenomeno migratorio avvenga nel rispetto delle regole e della sicurezza e in numero tale da permettere l’effettiva integrazione”. Parole dette “nell’interesse dei migranti e perché sia soddisfatta la legittima aspirazione a una vita migliore”. Meloni distingue profughi e rifugiati dai migranti economici. I primi fuggono dalle guerre, i secondi dalla fame, dalla siccità, dalle conseguenze dell’emergenza climatica e non sono ammessi. Chiede corridoi umanitari legali e sicuri per quelli che gli Stati europei decidono di accogliere, nel numero che essi stabiliranno.

Sembrano lontani gli slogan sull’uso di navi militari per bloccare i barconi o sull’invasione che avrebbe sconvolto le nostre comunità. Nessuno proclama più l’immigrazione zero in un Paese dove i morti sono ampiamente superiori ai nati e dove manca forza lavoro in settori chiave: manovalanza, lavapiatti, spazzini, autisti, pastori, badanti … ma anche operai.

Se Malthus nel Settecento diceva che la crescita demografica sopravanzava l’economia, oggi si prevede che la crisi demografica non sarà in grado di far crescere l’economia. Uno spettro si aggira per l’Italia e l’Occidente: l’invecchiamento. Negli ultimi 5 anni la popolazione in Italia in età da lavoro (15 – 64 anni) è diminuita di 756.000 persone. Basterebbe questo dato a preoccupare qualsiasi governo. Negli ultimi 25 anni l’età media è passata da 38 a 44 anni, gli occupati al di sotto dei 35 anni sono diminuiti di 3,6 milioni e quelli con più 45 anni sono cresciuti di 4,2 milioni. Entro una decina d’anni l’Italia perderà oltre 3 milioni di individui in età lavorativa. L’aumento dei “lavoratori vecchi” comporta maggiore ricorso alle malattie, l’impossibilità di svolgere alcune mansioni, meno produttività… Il Meridione presenta una situazione ancora più preoccupante per i giovani che vanno via. Guardando alla nostra realtà territoriale, l’età media si avvicina ai 50 anni. A Manfredonia l’indice di vecchiaia è passato da 75 a 178. Quindici anni fa c’erano 75 anziani per ogni 100 ragazzi fino a 14 anni. Oggi sono 178 gli over 65 per 100 ragazzi. Stesse percentuali in Capitanata dove i nati nel 2021 sono 4176, i decessi invece 7309.

Nel consiglio dei ministri a Cutro si decretano pene fino a 30 anni di carcere per gli scafisti, che saranno perseguiti per tutto l’Orbe terracqueo! Essi sono però l’ultimo anello, i boss stanno al sicuro e prosperano nell’assenza di vie legali e con l’uso di barconi fatiscenti, che vengono distrutti all’arrivo. Per i flussi non ci sono novità, saranno regolarizzati individui già presenti in Italia ma al di sotto di quanto richiesto dalle aziende. Si rafforzano i Cpr, i centri destinati a rinchiudere persone in attesa dei rimpatri, che continuano a essere enfatizzati, eppure sono stati un fallimento nei numeri e a livello umanitario. Una stretta riguarda anche la protezione nei confronti di coloro che, pur non essendo riconosciuti come rifugiati, hanno comunque compiuto percorsi verso l’integrazione (conoscenza lingua italiana, corsi di formazione…). Tornano nell’ombra, nella strada. La protezione sociale sostituiva la protezione umanitaria abolita dai decreti di Salvini del primo governo Conte. Insomma a Cutro risposte deludenti rispetto alle attese.

La pressione migratoria sarà senza precedenti“, dice La Meloni. Quale sarà la reazione dall’Europa, dove si continuano a costruire muri? Rutte, premier olandese, chiede di contrastare i movimenti secondari, cioè quelli che portano dal paese di primo approdo verso gli altri Stati. Il primo ministro britannico Sunak parla di abolizione del diritto d’asilo, chi arriva sarà rispedito indietro nel Ruanda, che viene pagato per accogliere quelli cacciati dal Regno Unito. L’Italia per i rimpatri (o deportati) utilizza la Libia, anche se non è il paese di provenienza. Non pare che l’Unione europea sia disposta ad affrontare l’emergenza migratoria. La cosiddetta unità dell’Europa consiste per ora nelle fornitura di armi all’Ucraina.

La gestione del fenomeno migratorio è difficile e complesso. Sarebbe necessario discutere realisticamente. Ma il dibattito pubblico è stato pesantemente avvelenato. Gli scandali delle cooperative d’accoglienza straordinaria, ospitalità senza integrazione, fatti di cronaca e degrado delle periferie e dei ghetti… Tutti fenomeni gravi e veri non governati dalle forze riformatrici, e tutti amplificati da una informazione irresponsabile.
L’immigrazione condensa disagio, rabbia per le diseguaglianze, incertezze sul futuro. Una paura contagiosa che serpeggia incontrastata in Europa, in assenza di voci di speranza, soluzioni possibili, assenza di leader coraggiosi e autorevoli.

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