Esami di Stato. La Puglia raddoppia e surclassa il resto d’Italia. Ma è vera gloria?

CULTURA

I risultati positivi al Sud c’erano già negli anni passati, ma quest’anno sono più eclatanti e la Puglia rilancia e raddoppia.

Nello scorso anno si pose il confronto con le prove Invalsi (istituto di valutazione del sistema educativo), per misurare le competenze in Italiano, Matematica, Inglese, che si svolgevano un paio di mesi prima degli esami. Diedero risultati nettamente diversi. Le prove negative degli studenti del Sud, rispetto a quelli del Nord, si giustificarono da alcuni con il fatto che erano anonime, mentre gli esami di Stato hanno un rilievo pubblico e stimolano l’orgoglio personale, ed anche l’onore familiare.

Quest’anno le prove Invalsi non si sono tenute per il Coronavirus e gli esami di Stato si sono svolti con modalità diverse. La prevalenza del Sud, soprattutto della Puglia, è ancora più netta. I cento e lode sono in Puglia in percentuale il 5,2, il doppio della media nazionale, 2,6. Il Piemonte è a 2,1, la Lombardia a 1,4, la Toscana a 1,9… I diplomati con cento e lode sono 1833 e la Puglia surclassa nettamente il Piemonte che è a 608, la Toscana a 522…

I risultati a livello nazionale danno in generale risultati ottimi, quelli che si sono diplomati quest’anno con una votazione superiore a 80 sono quasi il 50% (erano nel 2019 il 33%). I voti più alti (cento e cento con lode) sono il 9,9. Raddoppiano rispetto allo scorso anno.

Come si spiega? Una maggiore benevolenza delle commissioni? Ha funzionato meglio la didattica a distanza? In ogni caso perché sono maggiormente premiate alcune aree? E perché solo i Licei? Nei licei d’Italia quasi il 60% degli alunni ha avuto una valutazione superiore a 80. E quelli del Liceo classico sono stati addirittura il 70%. Gli istituti tecnici si fermano a 30 punti in meno.

Credo che questi risultati debbano aprire la discussione su alcune questioni. Le scuole tecniche: non hanno un alone positivo intorno, eppure nel passato la crescita industriale dell’Italia deve molto ad esse; ora forse risentono della crisi di modelli di sviluppo in cui versa il Paese, dove non vi è un atteggiamento positivo nei confronti della scuola lavoro, dell’apprendistato…. Sono molto diversificate tra loro e nel Nord ci sono alcune che danno una buona preparazione. A Manfredonia il “Polo tecnologico” è da anni in difficoltà, nonostante dirigenti e docenti abbiano cercato di aprire gli istituti al territorio, lamentando spesso la marginalità e l’esclusione da opportunità culturali. L’unica novità (con speranze eccessive) è data dall’Alberghiero.

Per il liceo classico, i risultati credo che derivino da una maggiore difficoltà e incertezza a misurare le competenze. Parecchi studenti non conoscono le lingue classiche (latino e greco), eppure raggiungono voti ottimali, e determinate carenze sono coperte con lo studio della storia e critica letteraria. Questo non avviene con la fisica, le matematiche, anche l’economia… Niente riesce ad attutire le lacune dimostrative e logiche.

Sulla Puglia. Il 33% degli alunni ottengono un voto da 91 a 100 e lode. Un risultato di 6-7 punti superiore agli studenti del resto d’Italia. Nella preparazione degli alunni contano diverse cose. C’è la scuola e la città, la famiglia e altre offerte formative… Ho fatto molte volte gli esami di Stato “fuori” e differenze scolastiche tra qui e altrove non ne vedevo. C’erano, invece, diverse offerte culturali, che alcuni alunni coglievano e altri no. Cosa c’è qui in più? La classe docente? Le raccomandazioni?

Ci sono i 50 anni di Internet. E sta cambiando tutto. Influisce? Aumenta la diffusione di informazioni, dati, notizie… E’ la cultura orizzontale. L’esame di Stato misura soprattutto questa? E non la cultura verticale, fatta di approfondimenti, comprensione profonda, capacità di interpretare e mettere in relazione? (cfr Solimine – Zanchini, la cultura orizzontale)

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