Dalla “Capitanata triste” alla “California possibile”. Un sogno presto distrutto e svanito.

POLITICA LOCALE

La provincia di Foggia è all’ultimo posto per qualità della vita. E’ prima per la criminalità organizzata e per numero dei positivi.

Ricca, abitata, prospera dal neolitico al Medioevo. Ne cambia il destino la Dogana delle pecore a fine ‘400. Dopo di allora le campagne del Tavoliere mostrano un paesaggio desolato, senza alberi, infestato dalla malaria. Ciononostante, produce tanto grano che “veramente si può chiamare il granaio non solo di Napoli, ma di molte città d’Italia”. La soppressione della Dogana agli inizi dell’800 e l’affrancamento del Tavoliere nel 1865 consente la nascita di grandi masserie e proprietà fondiarie, che coltivano prevalentemente grano duro e alimentano una vasta, enorme presenza di braccianti stagionali, uno dei fatti sociali più rilevanti e importanti nel Sud. Ne parla “Capitanata triste”, un libro uscito nel 1895, di Antonio Lo Re.

La malaria in Capitanata ne ha uccisi più di tutte le epidemie. Solo nel 1890 si ha certezza che il ciclo biologico dei parassiti si sviluppa nel sangue dell’uomo e che il chinino arresta gli attacchi febbrili. Ne deriva una sola diffusa richiesta: Bonifica Integrale! Rimboschimento, arginature, colmate, divisione del latifondo, riforma dei sistemi agricoli e patti agrari.

Con il fascismo nuovi insediamenti e borgate rurali (La Serpe, Tavernola, Siponto). Dopo la bonifica nell’Agro Pontino, la costruzione dei poderi dell’Opera Nazionale Combattenti (ONC), ancora visibili sulle strade provinciali, e di vari borghi (Incoronata, Segezia…). Con la Riforma agraria degli anni Cinquanta quel “deserto” di migliaia di ettari è costellato da centinaia di poderi, nuove coltivazioni, scuole rurali… Decine di migliaia di nuclei familiari ottengono in assegnazione appezzamenti di circa sette ettari. Pochi per famiglie numerose.

Negli anni Sessanta iniziano le partenze dei giovani in massa al Nord. L’Italia è pericolosamente spaccata in due ed arrivano gli interventi straordinari: industria chimica e siderurgica. Poi le barbabietole e gli zuccherifici. “La California possibile” è un volume di 500 pagine che racconta, all’inizio del nuovo millennio, esperienze e progetti nell’era della globalizzazione. La Puglia mostra grandi potenzialità, “anche se tentazioni di piangersi addosso sono tuttora evidenti” (Distaso). Il volume si apre con un intervento del sindaco Agostinacchio: “Foggia motore dello sviluppo di Capitanata”. Ci sono fatti nuovi: l’Università a Foggia, il Parco nazionale del Gargano, le infrastrutture (porti e aeroporti), l’arrivo di grandi gruppi internazionali, il contratto d’area, i beni culturali, nuovi media… Sono gli anni che vedono a Manfredonia un nuovo gruppo dirigente. Poi la crisi del 2008, non compresa e rimossa, la convinzione che tutto sarebbe tornato come prima, la crisi del Contratto d’area, il dissesto dei Comuni…

Il 18 marzo 2018 nuove elezioni. Ed è una rivoluzione. “E’ finito un sistema in cui 50 persone in Capitanata decidono tutto”, scrive il direttore dell’Attacco, Paciello. E invece nulla cambia. La vicenda dell’Asi è indicativa, Riccardi e Landella sono convinti che per governare bene i sindaci devono entrare nel consiglio di amministrazione. Una sfida all’Anac di Cantone e al buon senso. Tutto tende a concentrarsi in poche mani. L’ex presidente Confindustria Rotice è nell’autorità portuale e nel consiglio di amministrazione dell’Università. L’appello del procuratore Gratteri per la Calabria di “richiamare” i calabresi che si sono distinti fuori, potrebbe valere anche per la Puglia, che ha visto una emigrazione senza pari di energie culturali e intellettuali.

C’è l’assenza totale di dibattito pubblico in Capitanata. Per cui uniche idee per lo sviluppo sembra siano il secondo casello autostradale e l’aeroporto! Oppure affidarsi ai buoni uffici di Salvini, che dovrebbe convincere industriali del Nord e scendere nel Sud, dove c’è Landella, un sindaco amico. Intanto la conflittualità è esasperata in tutti gli organismi di categoria e rappresentanza. Confindustria non riesce ad eleggere neppure il presidente e candidati sono “imprenditori” che vivono solo di appalti pubblici.

Da dove ricominciare? Dalla ricostruzione del dibattito pubblico. In esso dovrebbero confluire le logiche dei vari gruppi e degli interessi. In esso lo spazio di confronto di progetti e programmi. Nel discorso pubblico si misura la qualità delle idee. Goffredo Bettini, figura importante del PD, ha detto che Zingaretti, prima di candidarsi a premier, dovrebbe leggere ancora qualche libro e vedere qualche film. E la classe dirigente intorno a noi (politici e non solo), quali libri leggono, quali conoscenze e idee hanno di questa terra?

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