Cosa si dice quando si parla di mafia? Niente. Perché non si vede (e quindi non c’è).

SOCIALE

In questo periodo la mafia non c’è. Qualche auto incendiata… ma può essere corto circuito. Tutto è tranquillo. Negli stabilimenti balneari si inizia a lavorare, a preparare la stagione estiva.

Ma c’è? Questa domanda (noiosa) riaffiora sempre. Forse eviteremmo di porcela se passasse l’idea (oscena) di porre, per tempi strettamente necessari, all’ingresso il cartello “città mafiosa”.

Si va a ondate. Le Monde, Wall Street Jurnal, quotidiani, supplementi letterari e culturali. Entrano in campo gli scrittori del filone criminale, poliziesco… I titoli rimbalzano su altri giornali. Fatti, episodi, atti criminali. Si scopre che Gennaio è mese di attentati, perché mese di bilancio e programmazione! Raccontano di estorsioni e di droga. “La mafia garganica? s’era ‘stutete’ (spenta), a noi ci ha rovinato Vieste!”, dice un anziano conoscitore dei fatti di Monte S. Angelo. I magistrati lamentano difficoltà, personale che manca. Qualche accenno alla zona grigia. I capi stanno dentro e questi dimostrano che ci sono, si mettono in mostra, con arroganza e sfrontatezza tipicamente giovanile. Colpi di coda, o forse no. Fragilità del territorio, perdita popolazione, giovani che vanno via. La corruzione, la vera cancrena, e si soffermano soprattutto su Foggia. Di solito gli articoli fanno discutere, ora quasi indifferenza. A Manfredonia e pare a Foggia. A Monte S. Angelo si registra un dibattito vivace anche per questioni di politica amministrativa. Criminalità o mafia? Uno spazio sottile: come essere contro la mafia e critici sull’amministrazione.

Nei giorni scorsi da un bar di periferia escono cinque persone. Si dividono. Due si fermano sul ciglio della strada. “Lì, le cose vanno… rendono e bene”. “A noi interessa quando la situazione declina… C’è un punto critico per intervenire”. Parole raccolte da un dialogo vero. Il secondo che parla sembra persona distinta. Usura? Imprenditori cinici? Gruppo mafioso? La mafia, un atto di fede? Un po’ come credere in Dio. Nel Medioevo c’erano le prove ontologiche dell’esistenza di Dio (cosmo, natura, l’uomo… le fonti rivelate, la sapienza dei Padri. Si credeva sulla fede degli altri). E le prove ontologiche della mafia? Gli attentati. Eppure si dice che la mafia è maggiormente presente quando non si manifesta! Bisogna avere fede nei prefetti, polizia, magistrati? Però il dibattito pubblico ha bisogno di dati, report, comunicati… non solo di raccomandazioni e appelli!

Sul Sole 24 ore di pochi giorni fa, intervista e pranzo con il generale dei Carabinieri Teo Luzi. Una modalità del giornalista Paolo Bricco. Il pranzo con i prodotti dei terreni confiscati alle mafie e affidate a Cooperative agricole. Antipasto: mozzarelle di bufala campana (Cooperativa don Peppe Diana – Libera terra – Castelvolturno), zucchine grigliate (Cooperativa Alterco – Terra Aut – Cerignola), carciofi di Mesagne (Cooperativa “Terre di Puglia – Libera Terra”). La pasta viene da Castelvetrano (Cooperativa “Terramia”), passata di pomodori da Cerignola… “La mafia finirà, decisivo il fattore culturale. Prossimità e vicinanza sono importanti, tanto quanto prevenzione e repressione”, dice il generale, che sottolinea il ruolo dei Carabinieri forestali per la vigilanza sui rifiuti e sui nuovi settori legati alla transizione ecologica.

I terreni confiscati funzionano. Si vede l’utilità sociale. Non così gli immobili. Tre a Manfredonia, confiscati tra 2010-2011. Il primo: un’abitazione a Sciale degli Zingari, assegnata prima al commissariato di PS, rifiutata e poi data al Comune per finalità sociali. Il secondo una villa bifamiliare a Siponto. Nel giorno fissato c’erano tutte le forze dell’ordine, autoambulanza, servizi sociali, fabbri e ingegneri del comune. E la villa? Saccheggiata, senza infissi, sanitari, mobili, tutto portato via… Devastata, come lo spazio antistante. Assegnata ai Carabinieri, che rifiutano, poi proposta come sede direzione distrettuale antimafia, “per il valore simbolico”, in quanto appartenente a una famiglia potente della mafia foggiana. Proposte senza senso, perché la villa (viale degli Eucalipti) ha una sola via di collegamento, molto stretta, luogo di agguati e omicidi. Il terzo è costituito da ampi locali seminterrati e sopra un appartamento (viale del Commercio). Il Comune pensava alla sede della protezione civile, poi assegnata al corpo forestale, deposito di automezzi sotto e sopra Uffici. I beni furono “difesi” dai “mafiosi-proprietari“, si subirono minacce… Ci furono incontri, proposte di recupero… E ora all’esterno neppure una targa che segnali l’origine di quegli immobili.

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