La politica non c’è più. “Tanto glielo chiedo a Cantone!”

CULTURA

Il discorso politico è scomparso. Tutti si rivolgono all’Anac, alla Prefettura, al Tar… E non serve nemmeno più conoscere i problemi e prendersi le responsabilità. La designazione di Rotice, presidente di Confindustria della Capitanata, a rappresentare Manfredonia nel Comitato di gestione del sistema portuale dell’Adriatico meridionale, ha spinto 5 stelle a chiedere a Cantone l’incompatibilità di tale indicazione.

Anac: consulente per ogni dubbio? Agli inizi di luglio Raffaele Cantone, nella comunicazione in Parlamento, ha posto le distanze da coloro che invocano a ogni pie sospinto l’intervento dell’Autorità nazionale AntiCorruzione. “Non è un organismo che può occuparsi di ogni forma di illegalità” e non bisogna “assecondare l’idea che gli appalti si possono fare solo con il bollino dell’Anac”. Si sono ingenerate, ha aggiunto, “aspettative forse eccessive nell’opinione pubblica” e negli operatori e anche qualche equivoco sui reali ambiti di intervento. Anac non è una agenzia di consulenza e non si può sostituire alle scelte discrezionali della Pubblica Amministrazione, che, ha detto il magistrato, “fatica ad accettare la trasparenza”.

Da Manfredonia, quindi, la richiesta di un parere dell’Anac sulla designazione di Rotice, le cui competenze non sono discussione. E’ la nomina del Presidente della Confindustria che è discutibile, di chiara valenza politica e come tale va discussa qui e non altrove. E’ una scelta che piace ai leader locali che tendono sempre a concentrare i momenti decisionali e non amano la diffusione e la moltiplicazione delle competenze. Pochi uomini soli al comando e non team di lavoro.  Anche se Cantone dovesse rispondere che non ci sono incompatibilità la situazione non cambia. Non ci sono incompatibilità a che un docente abbia tra i propri alunni il figlio o che un dirigente comunale faccia parte del direttivo di un partito…  ma ci sono aspetti molto seri di convenienza e opportunità.

La tendenza a rivolgersi ad autorità esterne (prefettura, Tar…) sta divenendo una costante, una valvola “liberatoria”. Il neo sindaco di Monte S. Angelo dichiara che ogni 15 giorni si recherà in Prefettura! Tanto valeva lasciare i commissari! Anche il destino della RSSA di Monte S. Angelo è nelle mani dell’Anac.

Il problema vero, ha detto Cantone, è la trasparenza delle pubbliche amministrazioni. Le delibere di Giunta o di Consiglio sono pubblicate, tutte; ma a queste non seguono tempestivamente le determinazioni dei dirigenti. Lo aveva già sottolineato il Nucleo di valutazione di Manfredonia. Determinazioni che arrivano dopo mesi (o non arrivano affatto), eppure questi atti contengono le notizie importanti, gli impegni di spesa, le modalità di attuazione di un servizio. Atti che spesso sono spezzettati e per il cittadino informarsi è un percorso ad ostacoli.

Il  dibattito politico è impoverito e inesistente. Nel Consiglio comunale sul Piano finanziario di rientro, tutti i consiglieri erano esperti contabili, ma nessuno si è espresso sui servizi specifici, né le commissioni consiliari hanno sentito il dovere di intervenire. Si è parlato di tagli alla cultura, alla scuola… ma quale sarà la gestione del teatro comunale? Non si è parlato di politiche sociali, né di Piano sociale di zona, che contiene analisi, dati, bisogni, presentazione di quello che c’è, i servizi già finanziati… Tutto salvo, quindi? Invece sono tagliati quotidianamente interventi significativi: Telesoccorso, Microcredito, Piedibus… Pronto Intervento sociale. E i Contributi straordinari. Centinaia di cittadini hanno presentato la domanda e ad essi non viene data risposta. Nessuno si pronuncia. Non si devono pagare? Lo si dica. Trasparenza non è una parola passe-partout, ma comprende chiarezza, dire la verità, rispetto per le persone.

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