Abbracciati al passato, rinchiusi nelle paure, abbiamo dimenticato il presente e il futuro.

CULTURA

Ci sono tante cose di cui non si è parlato in campagna elettorale. Non si può parlare di tutto, è vero, ma sono stati scordati proprio i temi più importanti! Il Sud, innanzitutto. Affiorava di sfuggita in qualche discorso, ma la questione meridionale è tornata prepotentemente al centro, dopo le elezioni, ed è tornata perché ce l’hanno messa i cittadini con il loro voto.

Don Ciotti, in occasione della giornata delle vittime della mafia, ha detto che la legalità e la mafia sono state totalmente rimosse dalla politica. E questo in una Provincia (Foggia) pervasa, secondo gli inquirenti, da forme estese di economia criminale, frutto dell’enorme traffico di droga con l’altra sponda dell’Adriatico. Una Provincia con due consigli comunali (Monte S. Angelo e Mattinata), a Manfredonia contigui e legati da percorsi e interessi comuni, sciolti per ingerenze della criminalità. Un territorio che ha visto a Manfredonia tre beni importanti confiscati alla mafia: uno è utilizzato dal corpo forestale, un altro dai Servizi sociali e un terzo abbandonato e devastato. Nel collegio uninominale Cerignola – Manfredonia che comprende due pezzi importanti della sfaccettata mafia foggiana (quella garganica e cerignolana), nessuno, ma proprio nessuno, ha toccato questo argomento!

Ci siamo dimenticati del futuro, che è tante cose. Ma è soprattutto “cambiamento del clima”. Ci sono accordi internazionali e ci sono questioni su cui devono legiferare i parlamenti nazionali. Un problema che riguarda pure i singoli territori, le questioni energetiche, i percorsi e i depositi di gas, le pale eoliche a terra e sul mare… Niente. A sinistra sembrava che volessero parlare solo di fascismo e antifascismo, e poi si è visto che le organizzazioni di destra così temute, per i cittadini non contano poi tanto. Il futuro è fatto anche di buone pratiche di risparmio dell’acqua, dell’energia, di cura quotidiana dell’ambiente… Ora Grillo dice che bisogna formare subito un governo perché dobbiamo parlare di città, ambiente, traffico…  Temi durante la campagna elettorale inesistenti, eppure abbiamo eletto il Parlamento della Repubblica e non un consiglio di circoscrizione!

Ma c’è una questione fondamentale che è stata completamente cancellata: la politica estera. Prima costituiva il nerbo forte della campagna elettorale: chi non ricorda il Vietnam, le marce della pace, il problema palestinese, Ustica, il collocamento dell’Italia tra i due blocchi… Cose lontane, espressioni di un mondo che non c’è più, di una visione ideologica scomparsa. Ci sono però i migranti, lo sviluppo dell’Africa, il Mediterraneo.

Anche della politica estera ce ne siamo scordati… ma poi ci ha pensato qualcun altro a ricordarcela. Negli ultimi giorni di marzo il nuovo ambasciatore americano Lewis Eisenberg  (responsabile campagna raccolta fondi per Trump) ha iniziato a ricevere i politici italiani, iniziando con Salvini, che, al termine di un lungo colloquio, ha detto che c’è uno slogan simile tra Trump e la Lega: Make America great again e Prima gli italiani. Dopo è toccato a Di Maio. Di cosa hanno parlato? Si può immaginare. Stavolta la trasparenza sempre proclamata da Di Maio non c’è stata. Nemmeno la diretta streaming. Quella la si usa solo nelle riunioni politiche nostrane.

 

 

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