I manfredoniani? “Infedeli e imprevedibili”. Una strana identità, che le donne rimettono in gioco.

CULTURA

Pronti a dare sostegno, cooperanti, in apparenza, ma celeri a sottrarsi e a pensare ai fatti propri.

La città non è una realtà statica, è un processo estremamente dinamico. Si entra in contatto con individui e gruppi differenti, che si intersecano tra loro in molteplici modi. “Il passare nel corso della vita attraverso molti lavori, quartieri e interessi trattiene il cittadino dall’assumere impegni troppo seri nei confronti di altre persone. D’altro canto, data la sua mobilità, egli non può acquisire una visione globale della complessità della comunità in cui vive. Così è incerto circa ciò che meglio corrisponde ai suoi interessi. Questa ragione, ed altre simili, spiega perché il comportamento collettivo nelle città tende a diventare imprevedibile” (Hannerz)

Manfredonia sembra racchiudere alcuni aspetti della città eterogenea, multipla, mosaico di mondi diversi di cui parla Ulf Hannerz. La chiusura di aziende importanti con il relativo indotto, le partenze dei capifamiglia o di interi nuclei, i lunghi periodi di cassa integrazione, l’adattamento a nuovi lavori, le speranze del Contratto d’area e il successivo fallimento, i giovani che studiano fuori e non tornano, i nuovi quartieri anonimi e lontani dal Centro…

Manfredonia presenta aspetti di instabilità, insicurezza, sradicamento e anomia, diffidenza. Elementi utili ed efficaci, “per comprendere la densa imprevedibilità dell’agire manfredoniano, fedele in apparenza a tutti, ma solo a se stesso nella sostanza; accogliente e cooperante ma al contempo deciso nello stabilire confini situazionali con l’alterità; abile nel costruire e fondare gruppi aggregativi su base politica, sociale o culturale, ma allo stesso modo abile nel pensarli come non vincolanti per se stesso; pronto a offrire sostegno ma allo stesso modo celere nel sottrarlo, se la congiuntura dovesse volgere a proprio sfavore(Scionti)

Un’imprevedibilità che si manifesta anche nella partecipazione ai tanti eventi cittadini, offerti dall’Amministrazione comunale o da gruppi e associazioni del territorio. A volte accolti con entusiasmo, a volte ignorati. Un agire che genera indifferenza e cooperazione, chiusure e aperture.

“Il campo sociale sipontino costituisce un luogo di invenzione al contempo delle appartenenze e delle alterità”. Ma come si articolano questi due aspetti diversi e contraddittori? L’appartenenza non è solo ciò che è conosciuto come proprio, ma anche la zona di contatto con l’esterno, la quale si configura come chiusura e apertura. “Opporre i due termini significherebbe negare la natura dell’essere manfredoniano”. Una discontinuità dinamica, che è alla base di molteplici processi (politici, culturali…), che la ricerca di Patrizia Resta ha cercato di esplicitare parlando del fattore O (opposizione, osmosi, ostentazione). La somma di questi fattori produce l’identità manfredoniana, che si muove lungo le forme dell’evanescenza e dell’effervescenza. Momenti di attesa, adattamento, e poi vitalità, esplosione creativa.

I cambiamenti e le conflittualità, che inglobano spinte innovative ed elementi tradizionali, agiscono nello spazio interno, ed anche nella dialettica con l’esterno, non mettono in moto forme di chiusura, ma una disposizione ad accogliere e sperimentare. L’appartenenza è quindi luogo dinamico, creativo, in cui si sviluppano una serie di pratiche che diventano abitudini, si radicano nella società. Questi gli aspetti che rendono piacevole vivere in questa città, nonostante tutto…

A dieci anni da quella ricerca dobbiamo sottolineare che oggi si affacciano le donne quali agenti sociali di cambiamento: pur impegnate frequentemente in lavori part time, stanno resistendo meglio alla crisi. Si prendono cura di se stesse e del mondo… autonomamente si organizzano per passeggiare, incontrarsi, andare in palestra, ritrovarsi al bar o in pizzeria, raccontarsi. Nell’agire e nelle vicende quotidiane si annodano molti fili, che vengono intrecciati, immaginati, narrati in storie che descrivono e mostrano la comunità in continua costruzione: il teatro, il Carnevale, l’invenzione e creazione di maschere, mostre e manufatti artistici, impegno nelle povertà educative, nel lavoro di cura…

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