Per fortuna niente Nobel per Greta. Ma si prepara un nuovo ‘68.

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Greta ha preso un anno sabbatico. Va in giro per il mondo. Molti aspettano lei. Ma perché, soprattutto da parte degli adulti, tante irrisioni e derisioni? Non parlo di critiche. Ma di un certo fastidio, invidia persino.

Anche a me non è piaciuto che abbia lasciato la scuola per un anno. Credo che avrebbe potuto ottenere gli stessi risultati se fosse rimasta in Svezia, e lì studiare, parlare, organizzare. Per fortuna non le hanno dato il Nobel. E non perché il clima c’entri poco con la pace. E’ vero il contrario. La pace non è solo tra popoli, Stati, etnie, ma anche tra gli umani e la natura, il pianeta. Per questo il movimento di Greta è positivo.

A Manfredonia e nei comuni vicini, nell’anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, si è celebrata per diversi anni la giornata dell’infanzia. Ogni anno un tema specifico. Nel 2014 al centro della riflessione c’era la frase di Malala Yousafzai: “un bambino, un insegnante, una penna, un libro possono cambiare il mondo”, pronunciata all’Onu l’anno prima, dopo che, per la sua ostinazione ad andare a scuola, aveva subito dai talebani minacce e tre proiettili in testa. E’ salva per miracolo. Mai come quell’anno nelle scuole ci fu partecipazione ed entusiasmo, originali le poesie, i lavori, i disegni dei ragazzi. A Malala assegnarono il Nobel proprio quell’anno. Qualcuno trovò discutibile un premio così impegnativo a una ragazza di 17 anni.

 “Nessuno diventa uomo innanzi di aver fatto una grande esperienza di se”, scrive Leopardi. Un’esperienza che lo rivela a se stesso, ne determina il suo futuro. Senza di essa gli uomini e le donne restano “fanciulli”.

Ho visto le immagini di una bambina curda di una decina di anni in fuga, per mano due bambini più piccoli, li protegge dal rumore delle bombe, mentre la madre trasporta povere masserizie. Penso ai ragazzi nella guerra, a quelli che a Barbiana dovevano camminare per due ore nel bosco per andare a scuola, ai bambini migranti di ogni tempo, a Ipbal Masih (1983 – 1995), ragazzo pakistano venduto dalla famiglia all’età di 4 anni a un fabbricante di tappeti, in schiavitù, fugge e organizza i suoi compagni, prepara denunce e scioperi…ucciso a dodici anni, a Peuw, bambina cambogiana, che vede morire tutte le persone più care…

Il vivere antico, continua Leopardi, forniva abbondante materia per fare esperienza, mentre il vivere moderno è così povero di casi che molti diventano vecchi senza esperienza, senza aver niente da raccontare. I ragazzi hanno bisogno di misurarsi, mettersi alla prova. Occorre inventarsi nuove forme di responsabilità, coinvolgerli nell’organizzazione didattica… Una volta, di fronte alle lamentele di una dirigente scolastica per i fenomeni di bullismo, il comandante della polizia municipale di Manfredonia propose che i ragazzi più grandi ed esuberanti fossero utilizzati all’entrata e uscita per aiutare nel controllo del traffico, attraversamento della strada, sostegno ai disabili…

Oggi si parla di povertà educativa, e dobbiamo comprendervi anche la povertà di esperienze. Le parrocchie sono quelle che continuano a muoversi di più, penso al grest dove gli educatori sono giovanissimi, all’azione cattolica ragazzi, ai campi scuola. Nel mese di luglio è scomparsa a poco più di 50 anni Anna Maria Tria, è stata da adolescente responsabile dell’Acr in una parrocchia di Manfredonia e mi hanno stupito i racconti di tanti, ora grandi e con figli, che parlavano della vivacità, dell’entusiasmo, di come, giovanissima, organizzava e preparava giochi, iniziative, campi scuola… O ancora i ricordi per un prete di Monte S. Angelo (don Salvatore), morto un anno fa, raccontavano la cura nel fare le cose… e i campeggi in foresta. Oggi un ragazzo lo si punisce proibendogli di uscire, ritirandogli il cellulare… Allora la punizione consisteva nell’apertura, nell’esplorazione. “E stanotte per punizione, esplorazione notturna in foresta” “Tutti a guardare fino a mezzanotte la luna e le stelle. E guai a chi si addormenta!” La testimonianza sms di un giovane missionario: “E io guardando le stelle sono diventato prete“.

Sabato sera ho visto gruppi numerosi e rumorosi di adolescenti per la città… Animali in gabbia, scalpitanti, curiosi… Una energia che si sprigionava intorno. Si prepara un altro ’68?

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