La mafia è orizzontale, la politica è verticale. Per questo la mafia vince.

POLITICA LOCALE

A Manfredonia non si vota dal 2015. Ma è come se non si votasse da prima ancora. I giochi si sono fatti sempre all’interno del PD. Un’egemonia prima virtuosa poi divenuta perversa. Di tutto, però, occorre fare la storia e non lanciare anatemi.

Negli ultimi anni si sono verificati eventi rovinosi sul piano amministrativo e sociale, due consultazioni (nazionali ed europee) che hanno disegnato nuovi scenari… Manfredonia è una delle poche città italiane che vive l’emergenza del coronavirus in contemporanea con un commissariamento straordinario per infiltrazioni mafiose. Dello scioglimento del Comune per mafia ci sono due relazioni. Quella del Prefetto (30 pagine con 642 omissis) è incomprensibile. L’altra ca 350 pagine, riservata. Ma ha avuto comunque una larga diffusione. Inoltre, siti on line ne hanno pubblicato stralci e brani, e, come in un puzzle, non è difficile ricomporne Il quadro.

Non ci sono nel territorio attività immuni e prive di condizionamento criminale. Mala gestio, disordine amministrativo, omissioni, acquiescenza… Insomma il comune incapace di fare da “filtro” e “settori comunali inadeguati”, con prassi operative difformi dalle norme. L’attenzione pubblica è stata rivolta solo al coinvolgimento delle figure politiche, e non al tessuto sociale e a quello economico e produttivo pesantemente inquinato. Sono preoccupanti le “tendenze mafiose” che vedono decine e decine di soggetti giovani (gran parte nati negli anni settanta), con famiglie numerose… che si muovono tra criminalità e zone grigie … Un fenomeno invisibile. Nei confronti di questa realtà pervasiva, dice la relazione prefettizia, vi è stata, da parte del Comune, un’inerzia dolosa, una superficiale e inspiegabile leggerezza. “E’ vero che diverse deviazioni sono addebitabili all’apparato burocratico, però non vi è stato da parte del vertice politico e amministrativo controllo e vigilanza per ripristinare la legalità”.

Il prossimo anno si dovrebbe votare. Una campagna elettorale importante, un’occasione di svolta per la città. Nuovi programmi, dove metterci tutto quello che vi è in superficie e quello che è nascosto. Ma come costruirli, con quali proposte se non si conoscono i termini della questione criminalità? Nelle relazioni si auspica “un sussulto di orgoglio della collettività nella scelta dei rappresentanti”, e sono indicati anche gli obiettivi: trasparenza, lotta all’abusivismo, controllo degli Uffici comunali e dei gestori dei pubblici servizi, difesa dell’interesse pubblico, infondere senso civico.

Il comune è commissariato. Non la democrazia, e nemmeno il dibattito pubblico. Non è possibile di quella relazione farne una sintesi, un racconto comprensibile? Non parlare delle figure politiche, né fare i nomi… ma descrivere una situazione segnata, “oltre ogni ragionevole dubbio” da “un grave turbamento dell’Ordine Pubblico Economico”. Un nuovo risveglio democratico è possibile solo con giuste informazioni e conoscenze.

A Manfredonia e nella Capitanata, la mafia è vicina e orizzontale, la politica è lontana e verticale. Esistono élite in questo territorio? Elite vere capaci di guardare al futuro e di parlare anche ai giovani che vanno via? Qual è lo stato del discorso pubblico? Chi stabilisce le priorità? Ovunque, dopo il Coronavirus e davanti ai tanti “bivi” delle ripartenze, si mette ordine nelle scelte, nella circolazione delle idee, si cercano le competenze, si prova a verificare ciò che è utile alla comunità. In ogni regione e città si guarda oltre il Covid e si cambia…

La pandemia ha messo in crisi mobilità e modelli urbani e sanitari. Si affaccia un’altra città, meno congestionata e con una diversa definizione degli spazi tra auto, bicicletta e pedoni. Serve l’aeroporto o piuttosto le strade e la cura dei borghi? Il direttore dell’Asl ha annunciato che i positivi di Torremaggiore saranno tutti curati a domicilio. Qualcosa di impensabile fino a due mesi fa. Si è perseguito fallendo “un’ospedalizzazione all’eccesso”, è mancata la rete dei medici sul territorio, si sono ignorati i nuovi bisogni (assistenza a domicilio e invecchiamento). Ci vuole una rivoluzione mentale e culturale per capire quello che questo tempo richiede.

Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterShare on LinkedIn