La “giornata dell’infanzia” nella Pandemia. I bambini che lasciano la scuola e gli “esperimenti” di Federico II.

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Ci sono le zone rosse del contagio e ci sono le zone rosse delle povertà. Quella educativa lascerà il segno e deciderà i destini dei ragazzi di oggi.

Con il Covid scompaiono migliaia di alunni che nessuno segue più. Le lezioni a singhiozzo, l’apertura e la chiusura… Due anni scolastici saltano e allontanano quelli in difficoltà, che sono in ritardo e che nessuno recupera. “L’Atlante dell’Infanzia” di Save the Children è triste, ma dice il vero. “Con gli occhi delle bambine”: sono soprattutto le bambine, le ragazze a soffrire. In Italia, i Neet (coloro che né studiano e né lavorano) sono centinaia di migliaia, e sono in maggioranza ragazze. La scuola è luogo di uguaglianza, e così viene percepita inizialmente dalle bambine, poi man mano questa convinzione si attenua, emerge una “minore attitudine” per le materie scientifiche, si incrina nettamente nel passaggio dalle scuole medie alle superiori, si infrange nel primo confronto per la ricerca del lavoro. Un senso di impotenza accompagna questa lenta deriva.

Kamala Harris. Appena Biden l’ha scelta come vicepresidente, sono spuntate teorie complottistiche sulla sua nascita, amplificate da Trump. Kamala è nata in California, figlia di una donna indiana immigrata e di un nero proveniente dalla Giamaica. “Io ho partecipato alle marce dei diritti negli anni Sessanta nel passeggino”, dice. La madre le ripeteva spesso: “Non lasciare che siano gli altri a dire chi sei. Sei tu che devi dirglielo”. La prima protesta a 10 – 12 anni contro le regole che vietavano ai bambini di giocare a pallone nel giardino di fronte casa. Si schierò a favore di una legge che prevedeva l’incarcerazione dei genitori i cui figli abitualmente saltavano la scuola. Qui a Manfredonia ci sono genitori che prendono il reddito di cittadinanza e i figli non vanno a scuola!

Oggi 20 Novembre si celebra la giornata dell’Infanzia. Il 20 Novembre del 1959 l’assemblea generale dell’Onu proclamava i Diritti dell’Infanzia. Dieci principi chiari, precisi, di poche parole. Diritto a un nome, all’amore, a non essere separati dalla madre, alla protezione, alla cura, all’istruzione… 30 anni dopo, il 20 novembre 1989, ci fu la Convenzione internazionale perché quei diritti fossero resi effettivi dai paesi firmatari. Nel Novembre del 2007 il Consiglio comunale di Manfredonia impegnava tutta la comunità ad attuarli. Fu istituita la giornata dell’infanzia. Si sceglieva il tema ogni anno, si approfondiva in ogni scuola, c’era una partecipazione generale vivace e interessata. Ogni anno ciascuno di quei principi veniva “attualizzato”: gli spazi aperti, la strada e il gioco, l’alimentazione, la lettura… Scene teatrali, poesie, disegni, mostre… Una festa. Tutto confluiva nel teatro Lucio Dalla che poi fu insufficiente. Ed allora la festa si tenne nelle scuole. Non era solo una celebrazione. In quegli anni si valorizzavano e nascevano interventi che vedevano protagonisti soggetti diversi: asilo nido, affido, forum dei ragazzi, nati per leggere, integrazione scolastica disabili, recupero scolastico, notti in biblioteca, Baby pit stop, costruzione scuola nel Ciad, allattamento al seno…  Si creava il mare nel quale la comunità acquisiva competenze e si riconosceva… Il mare dell’interesse, della solidarietà…  Una giornata (che durava una settimana) in cui tutto sembrava possibile e che aiutava a superare l’impotenza.

“Nessuno può vivere senza amore” ha detto il Papa in questi giorni. Nella Cronica di Salimbene de Adam (1221 – 1288) si riportano le “superstizioni” dell’imperatore Federico II. Volle sperimentare su un gruppo di neonati quale fosse la loro lingua se non avessero parlato con nessuno. Diede ordine alle nutrici affinché li allattassero (ut mammas sugerent) e poi li accudissero, curassero, ma senza carezze, senza parlare. Voleva sapere se avessero pronunciato le prime parole in latino, greco, arabo o nella lingua dei propri genitori. Ma i fanciulli morirono tutti. Non potevano vivere senza gesti affettuosi, volti e sguardi amorevoli delle nutrici (sine aplausu et gestu et letitia faciei).

La “Giornata dell’infanzia” non costava nulla, e così non costerebbe nulla un “Garante dell’infanzia” a livello di ambito territoriale.

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