I soldi dello zio d’America. Arrivano davvero? Storie di eredità lasciate da persone perbene.

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Ma qualcuno ha mai ricevuto una eredità dallo zio d’America? Sono arrivati nel dopoguerra i nipoti americani. Si sono presentati a S. Giovanni Rotondo, ricordavano il nonno partito all’inizio del secolo, abbracciavano gli zii… e chiedevano soldi per andare a recuperare i bagagli a Napoli… Erano imbroglioni.

Sulla proposta di tassazione del segretario PD Letta si sono levati gli scudi. Ma nessuno ha parlato dei patrimoni senza eredi diretti. A volte sono scovati discendenti lontani, che ricordano a stento il parente ricco che ha lasciato “tanto ben di Dio”.

Vi racconto due storie. A Manfredonia, 23 giugno 1910, davanti al notaio Bellucci, con testamento pubblico, il cavaliere Lorenzo Mozzillo nomina erede di tutti i sui beni il comune di Manfredonia, con impegno a fondare una scuola tecnica. Muore alla fine dello stesso anno. Nel 1915 la moglie Rosa Iaccarino muore a Napoli e lascia anch’essa i suoi beni al Comune con lo stesso obbligo. Nell’atto vi è un “codicillo” sulla costituzione di un Ente morale per gestire la scuola da intitolare a Carlo Mozzillo, unico figlio della coppia, scomparso all’età di nove anni. Tra i beni di Lorenzo fondi rustici e terreni seminativi per 74 ettari, almeno una decina di abitazioni. La moglie aggiunge un fondo rustico di 14 ettari e varie case. Oltre ad azioni, depositi bancari… la scuola è istituita nel 1918. Il nuovo edificio (16 aule e altri locali) è terminato nel 1944 e donato nel 1964 al Comune.

Qualche anno prima, sempre a Manfredonia, presso il notaio Bellucci nel 1902 è creato l’istituto di ricovero per i poveri, frutto della donazione di Carolina Gatta, maritata all’avv. Pasquale Selvaggi. Al “ricovero” è dato il nome “Ospizio comunale di mendicità Anna Rizzi”. Era la nipote defunta, morta molto giovane. Si aggiungeva un assegno perpetuo di 2.000 lire annui. Un consiglio di amministrazione doveva verificarne l’attuazione.

A Foggia ci sono importanti “Fondazioni”, frutto di significative donazioni, nella campagne del Tavoliere molte le masserie “dette Opere pie”. Le legge Crispi di fine Ottocento mise ordine in un patrimonio che si disperdeva e vennero create le IPAB (istituzioni pubbliche assistenza e beneficenza). A distanza di un secolo nuove normative obbligano la trasformazione delle Ipab in Aziende pubbliche (Asp) o Fondazioni.

Senza considerare i vasti beni ecclesiastici (monasteri, seminari..) di ordini religiosi in crisi, l’Italia possiede un patrimonio immenso di beni di famiglie estinte, valutato intorno a 800 miliardi; cresce anno per anno, viene “eroso” e in parte si disperde. Famiglie che non hanno discendenti diretti nei primi gradi di parentela. Questo per evidenti ragioni di denatalità e invecchiamento della popolazione. Beni contesi tra parenti che non hanno avuto spesso alcuna relazione con i possessori originari. Il classico zio d’America! Beni “avviluppati” per decenni in cause civili infinite e invece potrebbero essere rivitalizzati per scopi solidaristici.

In Francia e Belgio questo patrimonio ha un diverso trattamento: diminuendo il rapporto di parentela aumenta la tassazione fino all’80% per il sesto grado. In Belgio questa aliquota o viene pagata o destinata a finanziare scopi sociali: scuole, “dopo di noi”, musei, ospedali… con Enti di controllo per evitare che ci si discosti dalle finalità indicate. Anche in queste forme la ricchezza che tornerebbe a circolare sarebbe enorme! Molte associazioni di cura e ricerca sono preparate a ricevere donazioni volontarie. Una modalità, che, con opportune garanzie, riscuote ampi consensi, molto più che una tassazione vista come “predatoria” e guardata con sospetto verso l’uso che ne potrebbe fare la politica.

Una terza storia. Una coppia si presenta ai Servizi Sociali di Manfredonia a chiedere assistenza per una zia da cui aveva ricevuto una casa. Evidentemente per essere assistita a domicilio. Ma siccome l’assistenza costa tempo… la coppia chiede, “esige” il servizio pubblico, l’intervento dei volontari… “Dov’è il piano sociale di zona? A che serve il volontariato?” Una coppia: due redditi e figlio unico!

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