I costi della politica e della democrazia. Le indennità e i conflitti necessari.

POLITICA LOCALE

Il nuovo sindaco di Manfredonia Rotice ha detto in campagna elettorale che avrebbe rinunciato all’indennità. Sta mantenendo la parola. Un tempo si sarebbe gridato alla demagogia.

Gli ha fatto guadagnare voti? I giudizi sono cauti. “Vuol dire che di soldi ne ha tanti!” “Perché solo lui e non anche gli assessori?” Una scelta discutibile, soprattutto perché isolata. Nel passato si pensò di dare un segnale da parte della giunta, con un taglio del 20 – 10%. Non se ne fece nulla. Alcuni non erano d’accordo, semplicemente perché non avevano altri redditi.

Quando costa una campagna elettorale? Come sindaco e anche come consigliere? Conosco due persone che avrebbero voluto candidarsi. Però… famiglia con 2-3 figli, casa e mutuo, un solo reddito…”Ci vogliono almeno un paio di mila euro”. Forse ce l’avevano, ma non potevano permettersi di spenderli in questi tempi. Si sono ritirati e pare che debbano vergognarsi a parlarne. La possibilità di gestire risorse per una campagna elettorale costosa genera una disparità democratica pesante, specialmente nel Sud, e le analisi di Nicola Di Bari a Manfredonia su ricchezza e disuguaglianze sono preoccupanti.

La concentrazione della ricchezza e del reddito porta con sé una concentrazione di potere. Oggi ci sono lavoratori poveri a livello familiare (una fascia in aumento nell’Unione Europea), non perché abbiano un reddito da lavoro insufficiente per vivere, ma perché non è sufficiente a mantenere una famiglia con 2 figli. L’uguaglianza iniziale di opportunità non basta. L’istruzione ha il suo valore, ma le qualifiche ad essa collegate non sono spesso le più premiate. Dagli anni Ottanta nel Sud, per effetto di scelte matrimoniali funzionali, si è creata una polarizzazione tra famiglie con un solo reddito e altre con due redditi medio elevati (un figlio o al massimo due). Ci sono giovani che ereditano più di una casa e altri nessuna… si aggiungono poi prospettive incerte di lavoro, pendolarismo, mutui per auto, casa… Insomma quando non si ha capitale iniziale, la vita è più difficile.

Le votazioni non riescono a unire una comunità, ma questo non significa che debbano ulteriormente spaccarla. A Manfredonia, dal voto è emersa una notevole frammentazione, ne deriva la responsabilità politica di operare scelte volte alla coesione sociale e alla cooperazione. Ma senza ipocrisie, la democrazia è agonistica e i conflitti né si possono, né si devono soffocare.

L’indennità (sindaco, assessore, consiglieri…) è necessaria. Indennità per spese di rappresentanza, per “essere in pubblico” ogni giorno, consentire di informarsi e studiare i problemi… Anni fa per una neoassessora furono preparati dei fascicoli su questioni rilevanti… “Allora vuol dire che mi devo mettere a studiare!” In un dibattito pubblico, c’era tra i relatori una assessora del Comune, che esordisce: “Più che parlare da assessora faccio riferimento alle mie conoscenze professionali”. Si potrebbe continuare… Tanti e diversi gli esempi poco decorosi.

“La mano sinistra non sappia quello che fa la tua mano destra”. Una massima che non vale in politica. La rinuncia del Sindaco ha un valore simbolico e politico. Per cui appare difficile “criticare un sindaco che ha rinunciato all’indennità!”. Era l’unica scelta possibile? A parte i dubbi sulla legittimità della Giunta a destinare questi fondi, cosa impedisce al neo sindaco di costituire un fondo di solidarietà (o per piccoli progetti innovativi), con forme di donazione aperte anche ad assessori, consiglieri, cittadini? La gestione potrà sempre essere del Comune, della Commissione consiliare…

Può essere questa l’occasione per una nuova classe dirigente? Molti sono i giovani. Dal recente passato viene una lezione: un ceto politico ristretto, diffidente (e senza lavoro), ha occupato la scena chiudendo ogni alternativa.

Nella prima repubblica il personale politico (attinto anche dal sindacato, dalle cooperative…) o faceva carriera (provincia, regione…) o entrava nei tanti meandri del sottogoverno. Oggi nessuno è in grado di assicurare il futuro. Per cui il sindaco di una città importante dopo due mandati può restare disoccupato. E allora? Lo studio, le competenze, il lavoro… permettono di fare scelte libere, senza paura del futuro e senza temere lo scioglimento del Consiglio o del Parlamento.

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