Cammino, dunque esisto. Seguendo le orme degli antenati e lungo le vie dei canti.

SOCIALE

I dintorni delle città e dei paesi sono luoghi incerti e confusi, senza linee di demarcazione tra città e campagna. Dall’alto si intravedono sentieri che si perdono o si ricongiungono lontani. Alcuni praticati fino agli anni sessanta.

Tutto il Gargano è una trama intricata di itinerari nascosti, imprevedibili, antichi… verso S. Michele. Nei questo periodo estivo numerose sono le iniziative di passeggiate notturne… e da Mattinata si porta alla luce un’antica mulattiera verso Monte S. Angelo. Ci sono, però, vie “risistemate e inaugurate”, che poi si perdono di nuovo, perché non sono “battute” da singole persone, gruppi di amici, famiglie; ridiventano presto insicure, trascurate e sono percorribili solo da gruppi organizzati. Eppure il senso pubblico dei “cammini” è dato dalla possibilità che possano usufruirne liberamente i singoli cittadini. Nel passato la cura della città inglobava anche quello che c’era fuori di essa. Negli affreschi del Palazzo Pubblico a Siena, gli effetti del buon governo e del mal governo si manifestano sia nel Centro urbano che nel contado. Un tempo nei boschi c’erano caserme e postazioni di vigili forestali. Ho conosciuto uno di essi a Monte S. Angelo che del Bosco Quarto conosceva ogni angolo, distingueva i venti, i suoni diversi… Mi fece vedere anche le croci… Forse qualche delitto si poteva evitare, se la vigilanza di quei luoghi non fosse stata cancellata.

Una cecità o incuria che continua. La pineta di Siponto, a pochi metri dal mare, si estende per tre chilometri intorno al golfo, fino alla foce del Candelaro. Trenta ettari. E’ stata oggetto di un intervento di “pulizia di specie” eliminando piante non autoctone, che erano cresciute nel corso degli anni (Acacie, Eucalipti). Ora c’è una pineta in sofferenza. Gli alberi sono diradati, alcuni secchi, altri tagliati dai gestori dei lidi, il “sotto pineta” è pieno di erbe alte… Due parchi giochi, un’area pic nic. Tutto distrutto. La pineta non è mai frequentata. C’è anche un fabbricato grande, un rustico. Potrebbe essere utilizzato. C’è attenzione solo per una villa confiscata, per farne un simbolo di lotta alla criminalità. Se si abbattesse e si creasse un’area verde, parco all’aperto per i bambini, non sarebbe un segno antimafia ancora più forte? Tutta l’area poderale di Siponto, creata durante il fascismo, è segnata dall’abusivismo, che riguarda anche strade interne tra Viale dei pini e degli eucalipti, dove sono avvenuti delitti atroci. Si potrebbe coltivare un sogno: studiare una sanatoria, risistemare viali e stradine interne, piste ciclabili, curare flora e fauna, lungo i canali… Un disegno complessivo comprendente anche la pineta, la “Laguna del re”.

In fila uno dietro l’altro, un uomo stringe in mano un bastone, nell’altra tiene la mano di un bambino, seguono altri, camminano senza girarsi indietro, percorrono regioni sconfinate. La deambulazione è venuta dall’Africa, frutto dell’evoluzione e della necessità. Sempre l’umanità si è spostata, seguendo le orme degli animali, fuggendo dai pericoli, cercando cibo, inventando sentieri e cammini, mescolando storie e linguaggi.

Le vie dei canti”, il libro di un grande camminatore, Bruce Chatwin. Tutta l’Australia è coperta di sentieri invisibili, che gli Europei chiamano “Piste del Sogno” o Vie dei canti”, mentre gli Aborigeni “Orme degli Antenati” o “Vie della legge”. I miti aborigeni sulla creazione narrano di leggendarie creature che hanno percorso quella terra cantando il nome di ogni cosa che incontravano: animali, piante, rocce, acque… Anche Juan Annot era un grande camminatore sui sentieri del Gargano, in Africa, Anatolia… Ci ha lasciato dei suoi viaggi acquarelli straordinari.

Più volte l’Europa ha dovuto ricucire la sua storia. Con le grandi invasioni (o migrazioni di popoli), dopo la distruzione della pax romana, lentamente sono emersi nuovi racconti, i cui fili si riannodavano lungo le vie dei pellegrinaggi.

“Il pellegrinaggio di Santiago fu uno degli elementi forti che favorirono la comprensione reciproca di popoli europei diversi: latini, germani, celti, anglosassoni, slavi.” (Wojtyla)”. Come il monte Gargano e S. Michele: un luogo privilegiato per ricostruire un’identità europea. Scie ininterrotte di pellegrini salivano la montagna: imperatori (a piedi scalzi), contesse e damigelle, poveri e signori, uomini e donne, molti non tornavano, o si fermavano qui, e questo territorio si riempì di casali e luoghi di accoglienza. Erano inglesi, francesi, tedeschi, irlandesi. Michele Melillo parla di otto itinerari che da Siponto, a maggio e settembre, si inerpicavano verso la Grotta sacra, otto “strisce di popolo” che riempivano tutta la vallata di canti, in lingue diverse.

Il camminare risale alle origini dell’umanità, ma il camminare come fatto culturale è più recente: poesia, conversazione, battute teatrali satiriche sono state coltivate per strada, camminando. Ci sono popoli in cammino, attraversano zone desolate… Tanti muoiono, le immagini di donne e bambini coperti di sabbia non ci commuovono più. E poi ci siamo noi che, in un mondo asfissiato da CO2, trascuriamo quelle piccole oasi che abbiamo e confondiamo il camminare con la pratica sportiva e il conteggio dei passi.

Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterShare on LinkedIn