Un sole nero copre Manfredonia (e il Meridione)… e i giovani se ne vanno.

SOCIALE

Degiovanimento, termine nuovo per definire l’inarrestabile invecchiamento della popolazione. Un fenomeno europeo, più netto in Italia, drammatico nel Sud.

Nel Meridione riguarda in modo drastico territori montani e piccoli comuni, alcuni si salveranno, altri sono destinati a scomparire. In provincia di Foggia si tratta di territori già fragili, che hanno subito un costante ridimensionamento a vantaggio dei comuni della pianura; ma anche questi ora sono colpiti da una costante perdita di popolazione, dal divario nascite – morti non più colmabile, dall’esodo silenzioso di giovani. I numeri sono impietosi e vanno oltre il dato anagrafico: non pochi risultano residenti, ma di fatto vivono altrove.

Esaminiamo gli ultimi dati forniti dall’Istat e consultabili nei siti di ogni comune, sulle nascite e sull’invecchiamento. In Capitanata le nascite sono passate da 7.300 del 2003 a 4.188 nel dicembre 2022. A Manfredonia nello stesso periodo passano da oltre 600 a 333. Ma il dato più preoccupante è l’indice di invecchiamento, cioè il rapporto tra la popolazione 0 – 14 anni e quella oltre i 65 anni. In provincia di Foggia la prima è di 66.500 unità, mentre la seconda è di 135.343. A Manfredonia ci troviamo di fronte a un divario che va da 7.525 (0-14 anni) a 13.063 (oltre i 65 anni). Questi numeri erano totalmente invertiti meno di venti anni fa. L’indice di invecchiamento passa da 79% a 187%, l’età media sale da 37 a 45 anni. Un cambiamento epocale di cui non ci rendiamo conto. Ed ecco allora un altro piccolo calcolo: la popolazione 0 – 9 anni è di 4.068 persone, quella immediatamente successiva 15-24 anni è di 6.039. Nel giro di 7-8 anni Manfredonia perderà 2.000 giovani. Oltre a coloro che andranno via “spontaneamente”.

I dati europei pongono l’Italia agli ultimi posti. In Europa nel 2023 i nuovi nati sono 530.000 in meno rispetto al 2012; di questi 141.000 sono stati persi in Italia, un nato su quattro. La preoccupazione maggiore a livello europeo è la diminuzione della popolazione adulta e il degiovanimento ormai irreversibile. La popolazione 30 – 34 anni ha un rilievo importante, di raccordo tra giovani e adulti. Ebbene è diminuita in Europa, nello stesso periodo, di oltre 4 milioni; il 30% della perdita (1,3 milioni) è italiano.

Un quadro drammatico soprattutto nel Sud. Una perdita quantitativa e qualitativa per la debole presenza a livello sociale e politico dei giovani. Non si tratta solo di economia. Nulla si fa per evitare la marginalizzazione di fasce estese di popolazione giovanile e favorire il contributo creativo, qualificato dei giovani nei processi di transizione ecologica e digitale… E proprio nella fascia giovanile che vi è meno formazione e il maggior numero dei Neet. Eppure soldi sono arrivati e tanti. E ora c’è il Pnrr! A Manfredonia si chiude il Laboratorio Urbano Culturale (LUC), nel silenzio generale. Perché la fatica di un rilancio? Meglio la fabbrica del Carnevale!

Si sta compiendo sotto i nostri occhi una rivoluzione tacita e inavvertita, ma dalle conseguenze più drammatiche di quella degli anni Sessanta. Allora l’emigrazione verso la Germania e il Nord era rumorosa. Molti lasciavano inizialmente mogli e figli… lacerazioni, sofferenze… La ricerca di un alloggio era difficile e drammatica, le città ostili, i servizi carenti… Ma era il miracolo economico. Lentamente si aprirono nuovi paesaggi culturali, una più ampia circolazione di idee… Ora invece vanno via i laureati, sono accolti, ma pagano affitti esorbitanti, la maggioranza non può acquistare la casa, né formarsi una famiglia e lasciano i vecchi, che non si lamentano, non gridano… Una rivoluzione più radicale del passato, che produce un deserto.

“Ti volevo parlare di asilo nido a domicilio… tu ne hai parlato nel passato”, mi dice un aspirante candidato alle prossime elezioni. “Forse alludi al Tagesmutter? Ma può servire? Asili nido, evasione scolastica, mancanza di lavoro… un retaggio del passato. A breve ci saranno meno bambini, meno alunni, meno persone che cercano lavoro. Si risolveranno da soli molti problemi”. Un intervento paradossale, ma proprio fuori dalla realtà?

A 5 anni dallo scioglimento per mafia, e all’indomani di nuove notizie preoccupanti sulle infiltrazioni criminali (prolungamento di inchieste passate, ma con risvolti inquietanti di pacchetti di voti di scambio) ci si accorge che non è stata fatta alcuna riflessione seria. Una pletora di interventi astiosi, ambigui… Specchio di una comunità politica chiusa, isterilita, incapace di cambiare, priva di generosità da rasentare forme di stupidità sociale.

Usciranno altre cose ancora“, si dice, e si propone un prolungamento del commissariamento o addirittura uno “scioglimento preventivo” del prossimo consiglio comunale! La responsabilità va invece lasciata a partiti e movimenti nella scelta dei candidati, e ai cittadini nel voto. C’è bisogno di una rigenerazione profonda, di una campagna elettorale di “svolta vera”, dettata dalle urgenze dell’oggi. Solo un dibattito pubblico coraggioso può portare parole nuove, illuminare zone grigie, stanare i tanti “portatori sani”

Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterShare on LinkedIn