Quartieri murati e sottopassi ostruiti. Solo camminando si vedono cose mai viste.

POLITICA LOCALE

La città è un organismo complesso, che ospita il variegato “teatro” urbano. Le città hanno in comune il fatto di “favorire il contatto degli individui in uno spazio limitato” e poi differiscono tra loro per la ricerca dei mezzi di sussistenza: industria, turismo, pesca, artigianato… E’ fatta da luoghi e relazioni: vicinato, amicizie, rapporti professionali, spazi istituzionali ed informali, piccola delinquenza, bande giovanili…

Camminare ed esplorare la città permette di scoprire cose mai viste. Mentre l’attenzione era rivolta ai Comparti, nella periferia di Monticchio (Manfredonia) è sorto attaccato al porto industriale un nuovo quartiere “Calle del porto”. Un muro separa i nuovi edifici (si sta ancora costruendo) dalle aree del Porto, divenuto luogo di pascolo di pecore e con strutture a servizio delle attività portuali completamente distrutte e abbandonate. Un quartiere murato, come i borghi del Medio Evo, separato dal resto della città da una larga fascia incolta e abbandonata.

All’altra estremità, verso Foggia, vi è un’opera incompiuta: un ponte a metà che avrebbe dovuto scavalcare la ferrovia. Una struttura attesa dagli abitanti della zona che hanno espresso il bisogno di un accesso diretto al mare. Vista l’impossibilità di completare l’opera, era pressante almeno la costruzione di un cavalcavia pedonale. Non è stato possibile. Eppure c’è un sottopassaggio ampio e ben fatto, costruito molti anni fa per evitare la tentazione di attraversamento dei binari. Poi le costruzioni di edilizia residenziale che rasentano la ferrovia lo hanno nascosto. E non è il solo.

Era ed è una esigenza diffusa trovare vie pedonali più brevi. Ovunque, ad Assisi e a Norcia, nei tratti appenninici… Nelle zone montane non c’è santuario che non abbia le sue vie alternative. Da S. Marco in Lamis a Borgo Celano o al Santuario di S. Matteo. I sentieri verso Pulsano… A Manfredonia alla stazione Campagna per impedire l’attraversamento dei binari verso il mare è stata eretta una imponente cancellata. E’ stata divelta dopo qualche giorno per un largo tratto.

Camminare non è fare footing. Chi cammina, parla, discute, osserva la città intorno, i mutamenti urbanistici e sociali. Vanno bene i viali, le isole pedonali, gli orti urbani, i parchi giochi… Ma c’è bisogno di altro.

Si ha bisogno di stare più a contatto con la natura. Un bisogno di tutti, e dei bambini in particolare. Una esigenza, scrive la scrittrice Patrizia Rinaldi di Napoli, “fondamentale. Siamo animali, dobbiamo riscoprire il rapporto profondo con la natura, sudare, sperimentare… Ricordo l’impressione potente che ho avuto quando i miei figli per la prima volta hanno visto la neve: un piacere assoluto. Insieme al piacere i bambini devono anche capire la responsabilità, la cura per il mondo naturale”.

Nei dintorni di ogni città è possibile trovare itinerari originali. A Manfredonia: l’arenile di Siponto fino alla foce del Candelaro e oltre, verso la riviera Sud, le pinete lungo la costa. Non servono a niente interventi costosi per la difesa della flora autoctona, se chiusure illegittime e pericolosi reticolati non favoriscono la fruizione. Inoltre i sentieri di lago Salso, le aree di Coppa Nevigata, gli ipogei di Capparelli. Poi verso Villa Rosa, valle di Pulsano…

Ci sono spazi che potrebbero offrire idee e stimoli alle famiglie e alle scuole: l’arenile ampio e libero in primavera e autunno per giochi sulla sabbia, la lettura di poesie sul molo o nelle pinete.  E’ all’aria aperta (lungomare, viali alberati, arenile…) che si scopre un piacere fisico e della mente. La presenza del mare, il rumore delle onde… Pare che passeggiare sulla battigia allenti molto la conflittualità. Creare le condizioni perché i cittadini, le persone abbiano la possibilità, quando lo desiderano, di trascorrere parte del loro tempo all’aperto, davanti allo spettacolo della natura, con gli elementi naturali (vento, pioggia, neve …) è una priorità. Nelle città e nei paesi del passato lo era.

 

 

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