Quando la politica non ha nulla da dire alla vita delle persone. Microcredito e Piedibus.

CULTURA

Dal Consiglio Comunale (tra omissioni, dimenticanze…) emergeva che la politica non ha nulla da dire alle persone, alle esistenze quotidiane. A Manfredonia è stato approvato il piano di rientro triennale. Nuove entrate e tagli alle spese. Molti Comuni si trovano a dover ripensare il bilancio per evitare il dissesto e anche tener aperto un filo di programmazione, di speranza… Dalla sala consiliare non usciva una visione, una idea di futuro. Una scintilla di passione, di spinta, di slancio… anche fittizia. Nemmeno un pizzico di demagogia, capace di scaldare un poco. Dire, magari, ora prendete questo, ma poi vedrete.

Vi sono alcuni interventi programmati e finanziati di cui se ne sono perse le tracce. Credo che non siano nemmeno conosciuti, eppure sono ampiamente descritti nel Piano sociale di zona. Parlo di piccole cose, che però erano un segno di attenzione importante alla vita delle persone.

Vi racconto il microcredito. Un servizio innovativo, elogiato molto qui e fuori. Di microcrediti ce ne sono tanti. Questo era proprio piccolo. Cercava di rimettere in piedi dei progetti di vita. Prestito fino a 3.000 euro e restituzione con 50 euro al mese con interesse a tasso zero. Ha funzionato. Ha aiutato 40-50 nuclei familiari. Restituivano con regolarità ed erano riconoscenti. Ci sono state pressioni sul gruppo tecnico perché fosse meno esigente e chiudesse un occhio… Ci fu qualche personaggio influente che diceva ai beneficiari: “Tanto se non restituite, non vi possono far nulla”. Ed era vero. Però funzionava ugualmente e la parola per molti valeva, il garante valeva. Il progetto era gestito da tre soggetti: Comune, Fondazione Karol, SS. Redentore. C’è stata l’estinzione della fondazione Karol (conseguenza del fallimento Mucafer). Un nuovo accordo a due e la possibilità di nuovi partner… Il servizio ora non c’è. E’ sospeso, soppresso, ignorato, rinviato?

Vi racconto Piedibus. Ci fu un questionario tra le famiglie dei bambini dell’asilo nido e scuola materna, per capire i bisogni, le cose che potevano servire nella vita di ogni giorno. Mille copie distribuite. La sorpresa: risposero in circa 600. Le mamme soprattutto. Le risposte (anonime) si orientavano su strade sicure per far giocare i figli, andare a scuola a piedi, rispetto e attenzione alle mamme nei luoghi di attesa, uffici… Elaborammo un progetto: Piedibus, percorsi sicuri casa – scuola. La Regione lo finanzia con 35.000 Euro. Inizia la fase attuativa: incontro con le scuole, uffici (Servizi sociali, urbanistica, polizia municipale…), associazioni… E si inizia studiare. Ricordo l’entusiasmo dell’assessore all’urbanistica di allora, Clemente, degli architetti del Pug. Si comincia a operare sugli itinerari, sulle mappe, la segnaletica orizzontale, ci si rende conto delle barriere, delle piccole occupazioni abusive… Si acquistano (e si distribuiscono alle scuole) materiale interattivo sul traffico, educazione stradale, mantelline dello stesso colore per gli alunni. Si scelgono le classi. Il servizio doveva partire nell’autunno del 2015 (dopo un rinvio). Poi si sperava che continuasse autonomamente. Come in molte altre città, nelle quali i genitori si organizzano da soli. “Se lì è possibile, perché non qui?”. Pare che non sia mai partito (a meno che non l’abbiano fatto in notturna). Una piccola cosa, che però metteva in moto tanto altro: cittadinanza, conoscenza della città, autonomia dei ragazzi… E poi fare di ogni giorno di scuola una festa, che coinvolgesse anche cittadini, commercianti…

Microcredito e Piedibus: due piccole cose, importanti perché intervengono nella quotidianità. Gettavano un seme. Qualcosa da coltivare. Ecco, erano semi.

 

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