La prevenzione secondo Salvini. Agli spacciatori, dice, fatevi un po’ più in là

SOCIALE

Videosorveglianza e assunzione di vigili temporanei davanti alle scuole (come quelli per il “decoro urbano” contro i venditori abusivi), queste le proposte del ministro Salvini. La videosorveglianza è ormai generalizzata. Per le periferie, per asili nido… Non la chiamiamo però prevenzione. E’ uno strumento di dissuasione: tenere lontani gli spacciatori e “salvaguardare” le scuole. E questo può andare anche bene. La prevenzione è, però, altra cosa. E’ capire le ragioni del fenomeno, cercare di diminuire e controllare il consumo, aiutare i giovani a non far uso di sostanze; non è una scienza, è fatta di errori, tentativi, proposte che devono essere adattate e continuamente ripensate.

A Manfredonia una indagine accurata sull’alimentazione e l’uso di sostanze alcoliche (coinvolti circa 2.000 ragazzi) fu effettuata oltre dieci anni fa; allo stesso periodo risalgono i primi interventi di prevenzione con corsi di informazione per docenti e genitori, presenza di educatori in luoghi frequentati dai giovani, sportelli di ascolto nelle scuole; sempre ad allora si riferisce una ricerca (pubblicata), che ci dà una mappa dei luoghi frequentati dai giovani. Non c’è solo la piazzetta e la villa… I giovani (e più ancora gli adolescenti) addomesticano luoghi spesso disadorni e privi di attrattive, che acquistano senso e significato con la loro presenza mobile e originale. Angoli e piccole aiuole di periferie, garage, percorsi casa scuola… Sempre in gruppo, con i “pari”, i coetanei; sono questi, per i genitori e gli educatori, la croce e la delizia.

Il Patto della città fu un progetto ambizioso, nato da una idea semplice, mettere insieme tutti coloro che hanno responsabilità educative e nella cura della cosa pubblica: genitori, docenti, amministratori pubblici, parroci, gestori di pub e palestre… il benessere della comunità nasce dalla cooperazione tra le persone e dalla fiducia. Un’idea semplice: tutta la città educa, tutti sono chiamati ad essere consapevoli del proprio ruolo, aprirsi al confronto e partecipare a progetti condivisi e realizzabili. Una nuova alleanza tra molti soggetti, una rete tra educatori e adulti responsabili per non sottrarsi alle provocazioni degli adolescenti, ai cambiamenti delle nuove tecnologie, alle nuove domande educative. Nel documento erano indicate le iniziative in atto e altre da sviluppare: sostegno nello studio per bambini e ragazzi in difficoltà, azioni contro la dispersione scolastica, laboratori teatrali, interventi culturali nelle periferie, incontri con i genitori, i gestori dei pub e delle palestre.

Il documento di poche pagine fu arricchito dai contributi di vari soggetti. La Bottega degli Apocrifi pose l’accento sui giovani che vanno via, sulla necessità di recuperare la gratuità e di scardinare il luogo comune di un Sud che s’improvvisa. La Curva Sud del Manfredonia calcio propose laboratori teatrali e musicali per fare emergere le energie sopite dei ragazzi. I sindacati si dissero disponibili a operare per sviluppare l’idea di una democrazia partecipativa e del bilancio sociale e per aprire un focus sui quartieri. Alcune scuole erano disposte a rileggere il disagio e a creare occasioni per una maggiore partecipazione degli alunni alla vita scolastica. Sulle periferie hanno insistito in tanti, come pure sull’educazione interculturale e sulla vivibilità della città. Fare rete, collaborare, conoscersi. Il 24 marzo 2011 il patto venne presentato. L’Auditorium pieno, tanti interventi ed entusiasmo. Un’idea semplice ma difficile a farsi. E’ mancata la sinergia e la cooperazione, per cui molte idee sono rimaste idee. Ma da quella idea occorre partire: costruire il mare, e cioè una comunità competente ed educante, civica e responsabile.

 

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