Mancanza d’acqua e siccità (che non passerà). Stavolta o si fa sul serio o c’è il deserto.

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Nell’unico dibattito pubblico con i candidati sindaci, nell’Ottobre 2021, a Manfredonia, al termine, quando la diretta televisiva si era chiusa, è arrivata l’unica domanda “vera” dell’intera serata.

Era di un imprenditore agricolo che poneva il problema della carenza idrica in Capitanata, parlò della diga di Occhito, di quella del Molise… Molti nel teatro “Dalla” erano già in piedi. Nessuno rispose. Forse pochissimi conoscevano il problema. Eppure negli anni Ottanta il Liceo Scientifico di Manfredonia organizzava visite guidate alla Diga di Occhito. E l’acqua era al centro del dibattito politico e culturale.

Costruita negli anni Sessanta, è opera di vitale importanza per la provincia di Foggia, acqua per uso civile e per l’agricoltura. Il collaudo è stato effettuato un paio di anni fa. La gestione dei grandi invasi esige una sorveglianza continua, la commissione ha scritto che “non ci sono anomalie capaci di incidere sulla sicurezza”; ma ha chiesto alle istituzioni maggiore attenzione per un monitoraggio e manutenzione adeguati all’evoluzione tecnico-scientifica. Ora la diga di Occhito a dire degli agricoltori va pulita ed occorre affrontare le questioni delle dighe e delle acque tra Capitanata e Molise.

La siccità è “stranamente” più grave al Nord che al Sud, dove si è sempre convissuto con la carenza di acqua. Ricordo che l’uso irriguo della Diga di Occhito non copre buona parte del territorio di Manfredonia e Cerignola! Ma la situazione potrebbe peggiorare. Ed necessario chiarire alcune cose sulla siccità.

In Italia, secondo i dati Ispra (Istituto superiore protezione ricerca ambientale), ci sono nell’anno in media due picchi di precipitazioni: in aprile (27 miliardi di metri cubi) e novembre – dicembre (33 miliardi). Il minimo è luglio (15 miliardi di metri cubi). La pioggia non cade quando serve. L’uso agricolo segue il ciclo fisiologico delle coltivazioni, minimo a gennaio e massimo in estate, quando molto alta è l’evaporazione dal suolo. I problemi di siccità di questi mesi e preoccupanti per il futuro non derivano solo dalla carenza di piogge. Quest’anno a giugno abbiamo avuto temperature molto più alte della media e quindi più forti le evaporazioni. Inoltre nell’inverno scorso è nevicato pochissimo. Meno acqua nel suolo, neve invernale scarsa, piogge insufficienti, il caldo perdurante… E la siccità potrebbe accanirsi ancora di più. Secondo i dati Ispra, gli invasi in Italia raccolgono 10 miliardi di metri cubi, ne servirebbero almeno 20 miliardi. Spagna, paese arido, ha capacità di stoccaggio di 50 miliardi. Usa hanno bisogno di 160 miliardi di metri cubi e capacità di stoccaggio di 700 miliardi. Si evince la difficoltà e il rischio per l’Italia, che deve adattarsi a una situazione di cambiamento climatico in atto. (Giulio Boccaletti, autore di “Acqua. Una biografia”)

Nelle discussioni (generiche) sul Pnrr nessuno coglie le opportunità per l’agricoltura, un settore che si è mostrato flessibile (vasche di raccolta, impianti irrigui poco dispersivi). L’unico (insieme al turismo) che permette a questa provincia di non sprofondare. A Manfredonia è da sempre la cenerentola. Le strade nel Tavoliere sono impercorribili, con cartelli che non segnalano dissesto e buche profonde, ma vietano il passaggio verso determinate aree. Un Tavoliere dove si sperimentano nuove coltivazioni, oltre il pomodoro, prodotti ortofrutticoli (zucchine, cime di rape, peperoni, melanzane…), vigneti e nuovi uliveti… Un Tavoliere vivace a livello colturale, ma fragile e poco sorvegliato, utilizzato dalla criminalità per disperdere rifiuti.

Nel Pnrr a livello nazionale per l’agricoltura ci sono ca 9 miliardi. Una voce importante riguarda le infrastrutture irrigue (ca 900 milioni di Euro). La Repubblica deve assicurare l’acqua per uso civile e tutelare il paesaggio e un settore produttivo fondamentale. In Italia, per carenze infrastrutturali, solo l’11% delle precipitazione viene trattenuta. In Puglia secondo la Coldiretti il 57% del territorio è a rischio desertificazione. Il Tavoliere in particolare. La siccità ha riaperto il dibattito, si propongono forme di raccolta acque più celeri da realizzare (laghetti, piccoli invasi…). Si pone il problema del risparmio volontario (piscine, autolavaggi…), c’è la dispersione di acqua nelle condutture. Un uso più razionale e responsabile è necessario, ma da cittadini occorre comprendere la gravità e l’urgenza del problema, conoscere quali interventi servono per tutelare l’acqua e il territorio. Quali scelte la cittadinanza deve sostenere nelle prossime elezioni.

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