E’ iniziata l’era del pirocene. L’acqua non basta per incendi di nuova generazione.

SOCIALE

Il controllo del fuoco ha permesso all’uomo di rimodellare la terra, modificare il paesaggio, creare la civiltà del bronzo e del ferro…  Il fuoco per cucinare, illuminare, per le pratiche agricole, per la guerra.

I cinesi con la polvere da sparo hanno inventato i fuochi d’artificio, noi i cannoni e le bombarde. Aprire il fuoco, fare fuoco… fuoco e fiamme… per indicare i conflitti e le guerre. Poi l’uomo chiuse il fuoco dentro le macchine a vapore e si generarono energie immense. Caldaie e altiforni. Il mondo industriale è nato dall’estrazione dei combustibili fossili del passato geologico, bruciarli e lasciare i sottoprodotti alle generazioni future.

Gli incendi dei boschi in Europa hanno qualcosa di insolito. Una intensità e una estensione anche a latitudini e altitudini finora risparmiate (Europa del Nord). Un’anticipazione di ciò che accadrà, in modo più violento, tra qualche anno?

Gli incendi sono favoriti da temperature eccessive e dalla siccità.  Sono solo in parte dolosi, altri sono dovuti alla trascuratezza. Case coloniche, poderi, abbandonati, erbe secche e alte invadono aree pubbliche. A Siponto nei viali dei Pini e degli Eucalipti, lungo i canali, il fuoco si propaga, lambisce gli alberi, che restano anneriti e bruciacchiati. Sulla strada Foggia- Manfredonia ai bordi, tra le aiuole spartitraffico, il fuoco si diffonde… E’ appiccato da qualcuno, si ferma quando non c’è più nulla da bruciare e raramente qualcuno interviene.

Oggi c’è qualcosa di ancora più grave. Il legame con la siccità. Gli incendi sono vasti, intensi e a fatica sono spenti. L’incendio all’Oasi Lago Salso: 24 ore per estinguerlo, nonostante i Canaider. Impensabile per un’area paludosa. Durante i periodi di caldo estremo l’evaporazione aumenta e le piante seccano totalmente, pure le radici; perciò rilasciano più energia quando bruciano. L’umidità del fogliame diminuisce, ovunque le foglie di alberi maestosi, apparentemente verdi, sono secche alla punta o all’estremità. Le piante soffrono, si adattano e resistono.

Il mondo contadino temeva il fuoco e le alluvioni. I campi di grano si proteggevano con le “precese” (strisce arate intorno); quando si bruciavano le stoppie si faceva il controfuoco o controvento per impedire che “scappasse”. Inoltre c’erano ragazzi con vecchi sacchi di iuta, inzuppati d’acqua, pronti per fermarlo. Si è perduta la sapienza del fuoco amico da trattare con cautela e rispetto.

Matteo, vecchio contadino, mentre tornava al suo podere dopo la chiacchierata sotto gli eucalipti: “Michele attento a quella bestia”. La bestia era una cavalla anziana che pascolava nelle stoppie a un centinaio di metri. In lontananza tenui strisce di fuoco. L’aria era immobile. Poi una piccola brezza e il fuoco iniziò a correre. Michele di corsa raggiungeva la cavalla, che, impastoiata, si era fermata come aveva potuto in un canale secco. Sembrava intatta. “Michele vai a Trinitapoli da uno scannacavadde” (macellaio di carne equina). L’affermazione di Matteo lasciò noi ragazzi increduli. Venne portata nella stalla. La pelle iniziò a spaccarsi, Tante sottili fenditure. Si ungevano con olio per ammorbidire la pelle. Guardava intorno, respirava a fatica, senza un lamento. Si coricò e morì.

Il Tavoliere era pieno di Pini ed Eucalipti, nel dopoguerra; tutti bruciati in gran parte. Prima le famiglie vivevano in campagna (o ci andavano per la trebbiatura, fare la salsa…), poi l’abbandono delle case coloniche, delle case cantoniere, la soppressione dei vigili campestri… Insomma si è creata una cultura di incuria, trascuratezza. Un autolesionismo cinico e stupido.

I Pini e gli Eucalipti hanno segnato la bonifica del Tavoliere. Gli Eucalipti hanno funzionato come fascia frangivento. Sono stati bruciati anche quelli. Tre quattro file fitte si allungavano per centinaia di metri o chilometri. Il vento, il favonio, quello caldo che “cuoce” le piante di pomodori e meloni o quello umido dal mare, non aveva modo di rinforzarsi. E se arrivava a 50 – 60 chilometri orari la fascia-frangivento riusciva a ridurlo a meno di 20 e impediva il formarsi di mulinelli d’aria o piccole trombe d’aria. Li si può vedere in certi tratti verso Fonterosa e Borgo Mezzanone. Gli Eucalipti ci sono ancora e resistono alla stupidità umana.

Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterShare on LinkedIn