Quando i disegni di Michelangelo furono esposti nella cappella della Maddalena.

CULTURA

Era l’agosto del 2011. L’occasione per parlarne è data dalla morte di Antonio Paolucci, che inaugurò quell’evento.

Paolucci è stato ministro ai beni culturali, soprintendente a Venezia, Ferrara, dei beni culturali della Toscana, direttore dei principali musei, commissario per la ricostruzione della Basilica superiore di Assisi, della basilica di S. Benedetto a Norcia, semidistrutta nel 2016. Da ultimo direttore dei musei vaticani.

Iniziativa proposta dalla Fondazione Re Manfredi, resa possibile dall’attivismo di Pietro Folena e dalla sua associazione Metamorfosi, che aveva l’esclusiva sulle mostre del patrimonio della “Fondazione Casa di Buonarroti”. Due disegni di Michelangelo, due studi preparatori degli affreschi della Cappella Sistina (“La punizione di Aman” e “Adamo, la cacciata dal Paradiso terrestre”), esposti nella Cappella della Maddalena di Manfredonia. Preludio alla mostra in autunno a Roma per festeggiare i 500 anni della Cappella Sistina.

L’inaugurazione il 29 luglio. “Michelangelo ha già scolpito la Pietà e il Davide. L’incarico di Giulio II nel 1508 non lo voleva: ‘Io non sono un pittore… e poi la cappella Sistina non mi piace’. Ma poteva dire di no al Papa? Fece tutto da solo, 4 anni, un duello, un corpo a corpo… Senza paesaggio, 300 corpi nudi. Erano state dipinte le pareti laterali, e furono chiamati i più grandi del Quattrocento (Botticelli, Ghirlandaio, Signorelli, Perugino, Pinturicchio…), però quando fu inaugurata il 15 agosto 1512, la storia della pittura non è la stessa. Erano passati 30 anni tra quei dipinti e la volta della Sistina e sembrano tre secoli”. Paolucci ha 72 anni, un po’ curvo, un flusso di parole lento, continuo, le mani disegnano nell’aria, e il pubblico nel chiostro S. Domenico ascolta incantato. “Una teologia del corpo, con il corpo racconta il male di vivere, le aspirazioni… ‘La mia allegrezza è la malinconia’. Un verso che potrebbe essere di Leopardi o Baudelaire”. Paolucci cita le Rime del Buonarroti, le fonti, interpreta, confronta. “La creazione dell’uomo… non con il fango, l’uomo c’è già, allunga il braccio verso Dio che lo aspetta, le mani si cercano, non si toccano, Dio non può essere nominato e meno che mai  sfiorato. Michelangelo ha 37 anni, e con la Sistina non ha finito, lo aspetta, quando sarà vecchio, il Giudizio Universale”.

Paolucci è stato un funzionario pubblico, ha unito la straordinaria competenza di storico dell’arte a una altissima visione civile. Appartengono a lui l’espressione “Italia museo diffuso”, l’idea del museo come macchina culturale, la manutenzione preventiva e nuove figure figure professionali… Il Papa ha ricordato in questi giorni la sua generosità e competenza. E’ stato uno dei più grandi narratori dell’arte, “nessuno… con le sue capacità di raccontare, coinvolgere, ammaliare…”. “L’auditorium degli Uffizi dove tante volte ha incantato porterà il suo nome“. Oltre a libri importanti e mostre, ha realizzato una serie di trasmissioni per Rai Cultura e negli omaggi di questi giorni lo si vede mentre parla e cammina per i palazzi di Urbino, Borgo San Sepolcro… con passi incerti e un entusiasmo giovanile.

In quel mese di agosto furono 8.000 i visitatori, di cui 3.200 stranieri, molti dalle Americhe. Parliamo di quelli che hanno sottoscritto il registro dei visitatori. Ma furono molti di più. Il 95% dei residenti non conoscevano la cappella della Maddalena. I disegni di Michelangelo dovevano contribuire anche a questo: far conoscere il nostro patrimonio. L’opuscolo preparato parla di Michelangelo, ma presenta brevemente il castello, S. Leonardo, l’Icona, la Sipontina, la Basilica…

Abbiamo parlato a lungo la sera dell’inaugurazione “Ci sono cose pregevoli, singole opere isolate, belle… ma manca qualcosa, forse l’aura, il paesaggio… Il centro storico ha subito devastazioni, ha perso l’incantesimo che scoprivano i viaggiatori del passato. Il mio amico Franco Cardini, che conosce meglio di me questi luoghi, mi ha parlato del santuario di S. Michele, del vescovo Lorenzo, venuto da lontano, che sa dell’apparizione e corre sulla montagna, un unico paesaggio, un unico territorio, un’unica realtà religiosa e simbolica, e le abbazie, le vie di pellegrinaggio… Penso che quella proposta fatta agli altri sindaci di una collaborazione – alleanza tra i Comuni sia una buona cosa. Dovete ricreare un racconto condiviso, una guida culturale, prima che turistica

Altri ancora sono i luoghi: Coppa Nevigata, la Masseria Candelaro, la Basilica di Tresoldi, la Laguna del re… Ma c’è sempre qualcosa di incompiuto. La Basilica di Tresoldi doveva essere accompagnata da una ricostruzione digitale, San Leonardo dall’orto medievale… Tanti i musei, quello di pietra e quello delle acque…. Tanti medaglioni. Solo Marina Mazzei ha pensato alla fruizione, collegando gli scavi di Siponto con un percorso pedonale che permette di raggiungere la Basilica… E’ bello e abbandonato, la parrocchia almeno lo utilizza con la via Crucis del venerdì santo. C’è ora il progetto di una grande risistemazione viaria dell’area… ma ci vorranno 20 anni!

Alla Bit di Milano, ogni comune per sé, con proposte anche nuove sull’ambiente e la natura. Allora si parlò di Agenzia del Turismo. Non è opportuno riprendere quell’idea? Con Paolucci sulla strada di Foggia, il giorno dopo, abbiamo parlato del Tavoliere e dell’abbandono, di insediamenti rurali… “Vi aspetto, quindi, a Roma e concordiamo la visita”, disse scendendo dall’auto. Al termine dell’intervento nel chiostro, Paolucci fece un regalo al pubblico: un pullman di cittadini in visita alla Cappella Sistina, lui ci avrebbe fatto da guida. Non si è fatto. Una mia dimenticanza.

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